da Le Mans
Sfortuna. Quante volte i piloti la tirano in ballo per giustificare un errore, senza riuscire ad ammettere le proprie colpe. Non l'ha mai fatto nella sua carriera Valentino Rossi, campione anche nel riconoscere sempre i propri sbagli. Ma questa volta, Rossi può solo dire di essere stato sfortunato. Così come a Jerez, peraltro, quando venne abbattuto alla prima curva da Elias e a Shanghai, quando si è staccato un pezzo grande come una mattonella della gomma anteriore, mentre lui già gustava il sapore del podio. Ieri, la rottura del motore della sua Yamaha a otto giri dalla fine, mentre aveva un vantaggio di 4"3 su Pedrosa e di 7"1 su Melandri, lo ha privato di una vittoria certa. Insomma, in tre gare, Rossi ha perso senza colpe 52 punti, e considerando che ne ha 43 in meno del leader Hayden...
«Avevo talmente tanto vantaggio quando ho rotto - trova il modo di scherzare - che se anche avessi avuto problemi di gomme, ci sarebbero voluti 300-400 giri per riprendermi...». È sorprendentemente sereno, tutto un altro Rossi rispetto al dopo gara in Cina, quando il problema alla gomma anteriore lo aveva reso velenoso come un cobra. Ma mentre a Shanghai Valentino era comunque costretto a inseguire, a Le Mans la sua superiorità era così imbarazzante da annichilire gli avversari. Compreso Pedrosa, che pure alla vigilia sognava la sfida diretta con Rossi. Ma il corpo a corpo tra il presente e, forse, il futuro del motomondiale è durato pochi giri. «Ho dimostrato - spiega Vale - che io e la moto ci siamo. Il nuovo telaio portato qui dalla Yamaha mi permette di guidare come mi piace... Nella mia testa, essere tornato veloce conta più della sfortuna.
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