Appena diffusa la notizia dell'abbassamento del rating degli Stati Uniti, deciso da Standard&Poors', è arrivata la reazione di Pechino. Una reazione stizzita che fa capire come la Cina abbia deciso, ormai, di non restare più in silenzio e di voler far capire chi comanda davvero. Almeno dal punto di vista economico. Secondo la Cina la situazione economica degli Usa minaccia l'intera economia mondiale e Washington deve assolutamente ridurre le sue spese per difesa e welfare per evitare ulteriori devastanti tagli del rating. Declassamento che avrebbe pesanti ripercussioni su tutte le economie del mondo. La Casa Bianca, dunque, è commissariata dalla Cina? Ovviamente non è così. Però sapere che Pechino chiede una "supervisione internazionale sul dollaro e l'introduzione di una nuova moneta come riserva globale", vuol dire una sola cosa: Washington deve stare molto attenta. Ogni sua futura scelta dovrà necessariamente rendere conto al maggiore creditore americano. La Cina appunto...
A chi devono i soldi gli americani Pechino è il primo creditore estero americano (in base agli ultimi dati del Tesoro Usa), con 1.160 miliardi di
dollari.
Una cifra seconda soltanto a quella della Federal Reserve che è
diventato il maggiore possessore di titoli di debito di Washington.
Il Giappone è il secondo creditore estero con 912,4 miliardi di dollari, seguito al terzo posto dalla Gran
Bretagna.
Ecco di seguito i maggiori creditori esteri americani:
Cina 1.160, Giappone 912, Gran Bretagna 347, Opec
230, Brasile 211, Taiwan 153, Paesi Caraibi 148, Hong Kong 122, Russia 115, Svizzera 108, Canada 91, Lussemburgo 68, Germania 61, Thailandia 60, Singapore 57, India 51, Turchia 39, Irlanda 34, Corea del Sud 33, Belgio 31.
Dura reprimenda alla politica Usa "Per curare la sua dipendenza dai debiti - scrive l'agenzia ufficiale cinese Xinhua - gli Stati Uniti devono ristabilire il principio del buon senso, ovvero che non si deve vivere al di sopra dei propri mezzi". E' uno dei passaggi più duri della critica che Pechino muove al "sistema America".
L’editoriale prende di mira anche le "miopi" polemiche della politica americana, dicendo che Washington ha consentito al dibattito elettorale interno di prendere come ostaggio l’economia globale. Riuscirà, lo Zio Sam, a risolleverarsi evitando di restare sepolto dalle critiche cinesi?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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