Decoro urbano e rifiuti, a Roma una Caporetto. Strade sporche, raccolta a singhiozzo. E soprattutto è la raccolta differenziata, dicono i numeri, a fare acqua da tutte le parti. I numeri sono quelli del Rapporto Rifiuti 2006 dellApat, lAgenzia protezione dellambiente, facente capo al Ministero dellAmbiente. I dati si riferiscono al 2005 per i rifiuti urbani e al 2004 per quelli speciali (costruzione, demolizione, industria, ecc). Nel 2005 in Italia la raccolta differenziata, si legge nel dossier, ha raggiunto mediamente il 24,3% della produzione dei rifiuti urbani. Un valore inferiore rispetto al 35%, originariamente previsto per il 2003 dal decreto Ronchi e successivamente posticipato dal D.Lgs 152/2006 al 31 dicembre 2006. A fare il punto è Rosanna Laraia, responsabile gestione dati Apat, che ha curato la stesura del Rapporto 2006, presentato a febbraio di questanno.
Dottoressa Laraia, il Rapporto 2006 è lultimo della serie?
«Sì, il prossimo uscirà a dicembre 2007».
LAma dice che i suoi dati sono certificati Apat, nessuna anticipazione?
«No. Pensi che stiamo ancora rielaborando le cifre».
Nel Rapporto 2006 si legge che a Roma la raccolta differenziata è a quota 15,4%. Una cifra fornita dal Comune di Roma?
«No, altrimenti sarebbero numeri uguali, non ci sarebbe nessun lavoro da parte nostra. Visto che lei cita Roma, i nostri sono più bassi. Noi applichiamo un metodo più rigoroso, depuriamo degli scarti i materiali avviati al riciclo. Questo passaggio è fondamentale».
Che cosa intende per scarti?
«Nel caso di un multi-materiale ci facciamo dare la percentuale di scarti dallimpianto di selezione. E già siamo abbastanza buoni nei calcoli. Ad esempio sul materiale organico cè un 5 per cento che si disperde, ma non lo calcoliamo. Lo stesso per il vetro se raccolto in modo mono-materiale. Però nel caso di un multi-materiale la percentuale di scarti è troppo elevata, va sottratta per forza dai risultati».
Che vuol dire multi-materiale?
«È quello che cè a Roma: vetro, plastica e lattine. Praticamente quando si raccolgono insieme più materiali. In questo caso cè bisogno di uno scarto di selezione a valle. Se si raccoglie da solo, il vetro ha una purezza molto più elevata di quando è mischiato. Poi se Roma dice che noi non conteggiamo tutto... Noi non conteggiamo i netti da costruzione».
Gli scarti edili?
«Sì, quelli. Sono rifiuti speciali, non urbani. Se li conteggiassimo come fanno loro, arriveremmo a percentuali elevate che invece non sono conteggiate in altri contesti».
Vuol dire in altri comuni?
«Sì, noi dobbiamo omogeneizzare i dati. Se ci si chiede di fare un dossier a livello nazionale, dobbiamo usare gli stessi metodi di calcolo per tutti».
Sommando tonnellate di cemento le cifre possono cambiare?
«I rifiuti speciali non vanno contati.
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