da Stoccolma
La conferenza di Stoccolma sul Libano si è conclusa ieri con un impegno complessivo degli Stati contributori che supera i 940 milioni di dollari. Il ministro degli Esteri svedese Jan Eliasson ha detto che la cifra raccolta supera di gran lunga i 500 milioni di dollari fissati come obiettivo dagli organizzatori. «La conferenza ha così raggiunto il suo obiettivo con largo margine», ha commentato Eliasson. Il capo della diplomazia svedese ha riferito che, tenuto conto anche di altri aiuti stanziati, sono disponibili per il Libano 1,2 miliardi di dollari.
Secondo il documento finale della conferenza, questo importo complessivo unito ai contributi a vario titolo ricevuti dal Libano precedentemente porta ad un totale di oltre 1,2 miliardi di dollari la cifra disponibile messa a disposizione per la ricostruzione del Paese dei cedri. Gli Usa hanno versato 230 milioni di dollari. Italia, Francia e Germania hanno contribuito ciascuna con circa 30 milioni di euro. La Spagna con cinque e la Gran Bretagna con quaranta.
Il primo ministro libanese Fuad Siniora, che ha partecipato alla riunione, ha ringraziato i Paesi donatori, una cinquantina, e ha dichiarato: «Il Libano ha scoperto oggi di non essere solo». Siniora ha assicurato che i fondi che verranno destinati alla ricostruzione del Libano non verranno gestiti da Hezbollah ma verranno dati dagli Stati donatori direttamente al governo di Beirut che li utilizzerà per le finalità stabilite.
Rispondendo a una domanda sulla corruzione, Siniora ha detto di non accettare il giudizio «che vi sia una corruzione diffusa in Libano» e anche in questo caso ha rassicurato che «in ogni caso saranno attuate di concerto con i donatori tutte le procedure atte a garantire la trasparenza» nell'utilizzo dei fondi.
Entro la fine dellanno si terrà a Beirut unaltra conferenza mirata alla ricostruzione del Libano.
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