Il racconto del Barbarossa sulla vera storia della Lega

In effetti, si tratta di pura coincidenza. Venerdì prossimo, sarà presentato al castello Sforzesco di Milano, in anteprima nazionale, il film «Barbarossa», di Renzo Martinelli con Rutger Hauer. E proprio ieri è uscito per i tipi di Àncora il libro I Lombardi che fecero l’impresa - La Lega e il Barbarossa tra storia e leggenda (pagg. 232, 16 euro), di Elena Percivaldi. Coincidenza, ma fino a un certo punto. Perchè, evidentemente, non è casuale la fioritura d’interesse - per una volta serio - attorno alle vicende (medievali) della Lega Lombarda e, inscindibilmente, dell’Imperatore Federico I di Hohenstaufen, detto «Barbarossa». Diciamolo francamente: idiozie e balle a tutto tondo sulla lotta tra i Comuni del Nord Italia e l’Imperatore, nel corso dei secoli, ne sono state dette e scritte a tonnellate. E finalmente, un po’ di rigore storico, senza usare per forza la lingua accademica degli addetti ai lavori, male non fa. In questo sforzo meritorio (per carità: non il primo e, speriamo, nemmeno l’ultimo) è certamente riuscita al meglio l’autrice, giornalista e storica: «Intanto sgombriamo il campo da dubbi ed equivoci - esordisce Elena Percivaldi -. Il libro non è nè un saggio nè un romanzo storico. Piuttosto è storia vera; ricostruzione sotto forma di racconto - con Federico attore protagonista - degli eventi, narrati attraverso un lungo flash back che, dalla battaglia di Legnano, ripercorre i fatti pregressi, che hanno portato allo scontro conclusivo tra i Comuni e il Barbarossa, analizzandone cause e motivazioni». Il tutto suffragato dai documenti dell’epoca e dall’apporto della storiografia successiva, fino ai giorni nostri. «Il titolo è fuorviante - riprende l’autrice -: è infatti ripreso da un film di Pupi Avati (I Cavalieri che fecero l’impresa, ndr). Ma il libro non è affatto l’esaltazione dei Comuni, aggregazione densa di luci ed ombre e tutt’altro che sodalizio coeso. Così come non è la demonizzazione di Federico I di Svevia il quale, anzi, esce molto bene da un confronto che lo vede perfettamente aderente al ruolo istituzionale e politico di instauratore dell’autorità nel Nord Italia». Vicenda complessa, ovviamente, nella quale si inserisce l’eterno contrasto con il Papa (nella fattispecie Alessandro III) che rivendica a sè il potere temporale. Il volume, scritto in scioltezza per il grande pubblico, ha un altro merito non secondario: in appendice, infatti, contiene due capitoli sfrondati da noiose note bibliografiche ma dal dichiarato taglio didattico. Il primo si sofferma sull’analisi delle fonti, collegandosi in primis alle cronache dell’epoca.

Il secondo, invece, delinea un excursus ampio e convincente dell’interpretazione e proposizione della Lega Lombarda attraverso il mito e la storia, dal Rinascimento al Risorgimento; dal Fascismo all’attualità politica. Un mito che, nel bene e nel male, non ha mai smesso di affascinare.

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