Adalberto Signore
da Roma
Tanto aleggia sullinfuocata direzione dei Radicali Italiani, che è lo stesso Daniele Capezzone a farsi in qualche modo portatore dellinfausto stereotipo. Per smentirlo, certo. Ma pure perché, evidentemente, al di là delle sue proverbiali capacità dialettiche e di padronanza della polemica, alla fine deve essere proprio questa la sua convinzione più profonda. «Caro Marco - dice il segretario dei Radicali nel bel mezzo di un vero e proprio scontro allarma bianca - proprio non ho capito perché ti devi infilare nel cliché più stupido che contro di te viene usato da sempre, quello di Pannella che divora i suoi figli...». Una battuta che la dice tutta sullo stato di salute del Partito radicale, con il congresso ormai alle porte e un muro contro muro da brividi tra Pannella e Capezzone. E con Emma Bonino che è decisamente schierata con il primo.
Uno squarcio sullo stato dellarte arriva dalla direzione nazionale della scorsa settimana - rigorosamente a porte chiuse, ma tutta da gustare sul sito di Radio Radicale - nella quale si doveva affrontare «il tema del rilancio della cosa radicale» in vista dellappuntamento di Padova (il congresso di apre dopodomani) e si è invece messo in scena un vero e proprio processo a Capezzone. Con Pannella nel ruolo di accusatore e la Bonino a dargli manforte. E con il giovane segretario ormai in uscita che prova a resistere e argomentare. Si lamenta Capezzone, soprattutto di come è stata gestita la sua successione, che forse lui avrebbe voluto annunciare direttamente alla platea congressuale ed è invece sui giornali già dalla scorsa settimana. Una gestione, dice, che «sembra scritta da Tafazzi» e che lascia passare lidea che io venga «destituito». La colpa, aggiunge, è anche «del Filodiretto domenicale su Radio Radicale», unora di trasmissione «in cui, caro Marco, mi fai un culo così». E ancora: i meriti tutti degli altri, «le colpe solo mie». «Neanche una parola - aggiunge - sulle nostre campagne economiche. E, consentimi, le ho azzeccate tutte».
La replica di Pannella è veemente e lascia scorgere, forse, il grande problema che affligge oggi i Radicali: «Ma ti credi davvero di essere un grande stratega mentre gli altri sono tutti stronzi?». Capezzone non molla: «Se leviamo alla Rosa nel pugno quello che ho fatto io credo che il bilancio sia un po più passivo». Pannella: «Se dipendeva da te, la Rosa era già chiusa». E ancora: «Ho malanimo nei tuoi confronti e lo esprimo». Va avanti così per ore. Con Capezzone a puntare soprattutto sul suo dissenso con il governo Prodi e la maggioranza («dovremmo differenziarci»), e Pannella e la Bonino a ribattere che il problema è «rilanciare i Radicali e la Rosa». Una querelle dietro la quale spunta ben visibile tutta linsofferenza dei due leader storici verso le troppe accelerazioni e i molti distinguo del segretario, al quale si rinfaccia di andare un po per conto suo e, forse, pure un eccesso di visibilità.
Capezzone attacca «quello stronzo di Boselli» che dice «che perdiamo peso politico, lui che non ce lha mai avuto nella vita». Ma come lo Sdi, aggiunge, «anche noi abbiamo rinunciato a aprire una vertenza con il governo». Pannella chiama la Bonino: «Vorrei che Emma parlasse in modo chiaro». E lei: «Se il gioco è tra governativi e movimentisti non va bene». Capezzone: «Il governo e la coalizione si comportano con noi in modo infame. Se quello che ha fatto Prodi sui volenterosi lavesse fatto Berlusconi avremmo avuto lItalia in rivolta contro il porco fascista». E ancora: «Ci hanno preso in giro sui Pacs e sul testamento biologico. E colpiscono sulla parte economica. Sui diritti civili, poi, ci sta prendendo per il culo tutto il mondo...». Insomma, va avanti Capezzone, «ci stiamo cespuglizzando» visto che «siamo lunico soggetto politico che in cinque mesi non ha creato un problema» a Prodi. Sbotta la Bonino, con tanto di bestemmia: «Il punto politico è il congresso non la Finanziaria, la questione è rilanciare i Radicali e la Rosa.
Adalberto Signore
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