Radio Padania prova a tifare Italia, ma finisce per esultare

Le ipotesi sono due. O i leghisti sono i gufi più efficaci del pianeta, oppure sono i più lungimiranti esperti di calcio in questo Stivale eliminato. Già, perché - come vaticinato dai lumbard - alla Nazionale «ora possono arrivare Lino Banfi come ct e il Mago Otelma come capitano».
Si fa per ridere, ma tra anatemi e veleni oggi si parla di Radio Padania tanto quanto del 4-3-3 di Marcello Lippi. Radio Padania che tifava Paraguay all’esordio e che è finita nell’occhio del ciclone; Radio Padania che ieri ha provato a tifare Italia ma non ce l’ha fatta. E ha terminato sghignazzando, magari trattenendosi un po’, ma sempre con lo sguardo da gufo, giallo e soddisfatto. Uno sguardo che ha fatto indignare buona parte dei meridionali, riunitisi negli «anti-leghisti». Insomma, un derby destinato a durare.
Eppure la vigilia era stata all’insegna della non belligeranza: «Stiamo con l’Italia, sennó poi cosa commentiamo? - aveva assicurato mercoledì il responsabile dei palinsesti nonché eurodeputato del Carroccio Matteo Salvini -. Però se non passa va bene lo stesso, reagirò con totale disinteresse». D’altronde Salvini ha un cuore calcistico bilocale in cui convivono Milan e Padania: l’Italia resta fuori. Dal suo tifo e dal Mondiale.
Così ieri, dopo un inizio menefreghista delle trasmissioni in cui telefonavano gli ascoltatori disinteressati alla partita, alla fine dai microfoni della radio leghista si sono sprecate le ironie: «Un dramma, ha segnato l’infido Vittek: sembra il nome di una colla a presa rapida. Speriamo che l’Italia vinca, altrimenti Fini gli manda una mozione di sfiducia». Un sarcasmo con la condizionale, che non ha impedito ai lumbard di esultare per i gol azzurri. Già, perché il senso della Lega per la Nazionale è schizofrenico: «I nostri ascoltatori erano divisi - spiega Salvini -, c’era anche chi ci rimproverava il tifo contro e soffriva. Per loro siamo dispiaciuti. Non per Lippi».
Ed è proprio il mister uno degli obiettivi principali di Salvini: «L’allenatore più antipatico, che ha messo in campo la squadra più triste di sempre e ci fa rimpiangere il “nostro” Donadoni (bergamasco, ndr)». Che a dir la verità non ha lasciato un gran ricordo di sé come ct. Ma calcio e politica sono irrazionali e la dimostrazione sta nella chiosa: «La nazionale della Padania avrebbe giocato meglio - butta lì Salvini, che rilancia -. La Slovacchia? È un Paese simpatico, nato da una secessione tranquilla. Ecco, ora che tutti si sono accorti che la Slovacchia esiste, possiamo dire che un giorno anche la Padania esisterà». E ogni riferimento a Fini non è casuale.
Comunque, nonostante gli improbabili scenari di geopolitica pallonara, Radio Padania alla fine ha avuto ragione sulla figuraccia della Nazionale.

Subito sottolineata dal ministro Calderoli, che già attaccò la Francia perché schierava «negri, islamici e comunisti»: «Questa vergogna è il frutto di una demenziale politica sportiva che ha cancellato i nostri vivai a favore di calciatori immigrati di lusso». D’altronde - avrà pensato Calderoli -, va bene l’autarchia, ma con due attaccanti napoletani, uno di Crotone e uno di Albano Laziale, la Nazionale non vince il Mondiale.

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