RADIO2 E L’IMPERO DEI SENSI DI COLPA

Nella collezione radiofonica 2005 di Alle otto della sera abbiamo visto titoli wertmulleriani. Cicli che occupavano tre righe tipografiche solo a scriverne il titolo. Fiumi di parole per sottotitoli che si dilungavano sulla ragione sociale della serie, con una resa radiofonica inversamente proporzionale alla lunghezza.
Quindi, immaginatevi la gioia con cui abbiamo appreso che il nuovo ciclo del programma voluto, sempre voluto, fortissimamente voluto dal direttore di Radiodue Sergio Valzania, si intitola semplicemente: Napoleone III. Punto. Senza nessun orpello, arzigogolo o aggiunta. Secco, preciso, puntuale, storico.
Il resto, viene di conseguenza. La serie firmata da Franco Cardini e con la regia di Vittorio Attamante, in onda da lunedì scorso fino al 16 dicembre, tutti i giorni, dal lunedì al venerdì, dalle 20 alle 20,30, su Radiodue, mantiene le promesse di sobrietà e concretezza del titolo. E racconta nel migliore dei modi questo personaggio che, spesso, a scuola abbiamo odiato.
Diciamo la verità: di Napoleone, ci bastava e avanzava il primo. Di cui sapevamo tutto: battaglie, esili, Sant’Elena, volte nella polvere, volte sull’altare, mogli, amanti, Elba, Manzanarre, Reno, varie ed eventuali. Quest’altro, il terzo - figlio di un fratello di Napoleone - sì, dovevamo studiarlo. Ma lo guardavamo sospettosi, un po’ con ripugnanza, come un figlio di un dio dei Napoleoni minori. Insomma, una noiosa scocciatura da programma ministeriale.
E invece, Napoleone III non era poi così male. Capace di essere un grande capo di un impero. E capace di scatenare in noi un impero dei sensi. Di colpa. A farci provare questa sensazione è l’autore del ciclo. Che è Franco Cardini. Che è uno che, in altre occasioni, ama talmente parlare e porsi al centro della conversazione, qualsiasi sia il tema che affronta, da far venire i nervi a chi ascolta. Che è uno di cui spesso non condividiamo le idee, soprattutto quando parla di Islam.
Ma è anche uno che - forte anche del suo accento toscano - buca la radio in modo straordinario. Uno che si fa capire benissimo. Uno in grado di prevenire le possibili domande di chi sta ascoltando la radio e regalare le risposte. Uno vero.

Uno, soprattutto, in grado di rendere digeribile una roba come Napoleone III. Che, di suo, proprio tanto digeribile non è.
Un ciclo come quello di Cardini riconcilia con la radio all’ora di cena, oltre che con la storia. E persino con Napoleone III. Il che è un trionfo.

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