Se la tendenza sarà confermata dai dati del secondo semestre, il bilancio 2022 della radio è globalmente positivo.
Nei primi sei mesi, secondo le ricerche Ter (Tavolo Editori Radio), c'è stata una crescita dell'1,3% con 33,6 milioni di ascoltatori nel giorno medio. Parlando di tv, a ottobre 2021 nel prime time, 23,5 milioni di italiani guardavano la televisione. A ottobre 2022 sono diventati 20,3 milioni, ossia 2,3 milioni in meno con un calo del 13.61%. Sono percentuali non comparabili, ma rendono comunque l'idea.
Tornando alla radio, nel primo semestre ci sono state flessioni (Rtl 102.5 resta al vertice con 6 milioni di ascoltatori, ma perde il 5,5%), invece Radio 24 e quelle del gruppo Gedi crescono, mentre Radio Kiss Kiss sale addirittura del 19,4 e Radio Mediaset resta primo gruppo nazionale con il 33,5% di ascoltatori nel giorno medio.
È un settore in continuo movimento, con radio di nuova generazione che nascono piene di aspettative (ad esempio No Name Radio, powered da Rai Radio). Vedremo il secondo semestre. Ma non ci sono solo le cifre, che oltretutto, come si sa, si prestano a interpretazioni spesso in conflitto. Ci sono anche il cosiddetto sentiment (l'opinione generale degli operatori) e le prospettive nel breve e medio termine, che sono molto buone. La radio pare vivere un nuovo rinascimento dopo l'arrivo della musica liquida e dei social che hanno modificato tanti termini di paragone. Non a caso, è il media che ha resistito meglio alla rivoluzione confermando puntualità e autorevolezza. Adesso poi sia Rtl 102.
5 che Radio Mediaset avvieranno con Nielsen la rilevazione del sempre più significativo ascolto digitale. E sono attese da molti (belle) sorprese, specialmente sotto il profilo anagrafico degli ascoltatori. Insomma, un 2022 con il segno più.
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