Ancora un medico che approfitta della professione per sottoporre una donna, una paziente, a molestie sessuali.
«Si deve spogliare. È indispensabile che si tolga tutto, anche il reggiseno, altrimenti la radiografia non viene». È cominciato con queste parole, pronunciate dal tecnico sanitario che doveva sottoporla a una radiografia, lincubo di una paziente che ha denunciato di essere stata violentata due volte dal radiologo. Il presunto aggressore è un tecnico di 52 anni in servizio al presidio ospedaliero Mangiagalli fino alla sospensione cautelare. È accusato dal pubblico ministero Brunella Sardoni di aver molestato la donna che si era rivolta a lui per una mammografia e delle radiografie alla schiena dopo un incidente sul lavoro. Risponde di violenza sessuale aggravata dallabuso di prestazione dopera e dallaver approfittato di circostanze di tempo e di luogo tali da ostacolare la privata difesa.
In base alla ricostruzione del magistrato, il tecnico si è offerto di sottoporre la donna agli esami a titolo di favore: la presunta vittima, infatti, lavorava nellospedale. A dicembre scorso lha dunque convocata nel reparto di radiologia, che si trova in un sotterraneo, nellorario di chiusura al pubblico. Avrebbe quindi convinto con linganno la donna a spogliarsi e poi lavrebbe aggredita, palpeggiandola. La violenza si sarebbe ripetuta circa un mese dopo. In questa occasione il radiologo avrebbe cercato di sfilare lui stesso reggiseno e calze alla paziente e poi sarebbe andato oltre perché le avrebbe strappato la biancheria intima per molestarla.
Sono state le colleghe, che avevano trovato la donna in lacrime subito dopo la seconda «visita», a convincerla a rivolgersi alle autorità e a sporgere querela.
Il processo è stato fissato per il 18 luglio davanti alla quinta sezione collegiale. Limputato può presentare istanza per un rito alternativo.
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