Rafael Alonso Gutiérrez e Carlos Díaz Gandia

Si tratta di due laici, due padri di famiglia spagnoli che avevano il solo torto di essere iscritti all’Azione Cattolica. Il primo, Rafael Alonso Gutiérrez, aveva quarantasei anni ed era di Ontoniente, in provincia di Valencia. Sposato e padre di sei figli, era un semplice impiegato delle poste; aveva l’hobby di servire in parrocchia, e in paese era praticamente il braccio destro del parroco. Insomma, una brava persona come ancora oggi ce ne sono tante. Nel 1936, allo scoppio della guerra civile, si ritrovò “nemico del popolo” dall’oggi al domani. Secondo il classico pensiero che il miglior modo di trattare con l’opposizione ideologica è quello di eliminarla, fu prelevato dai miliziani e portato nella prigione, anche questa “del popolo”, di Agullent. Qui fu messo a far compagnia a Carlos Díaz Gandía, suo compaesano. Quest’ultimo non aveva neanche trent’anni ed era nell’Azione Cattolica da quando ne aveva quattordici. Si era sposato solo due anni prima e aveva una bimba di otto mesi. Ma anch’egli era un pericolosissimo avversario della Spagna “giusta”, dal momento che faceva il catechismo ai ragazzini nell’importantissima località di Ontoniente: come sarebbe potuta spuntare l’alba del sol dell’avvenire con lui in circolazione? Così, i coscienziosi rojos, trepidi per la sorte dell’umanità mantenuta a forza sotto il giogo della superstizione da quei due temibili ideologi, fecero un gran favore al futuro fucilandoli insieme. I due morirono gridando il solito “Viva Cristo Re!”.

Ma quelli erano repubblicani e spararono con maggior soddisfazione.

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