Paolo Scotti
da Roma
Una bambina spinge una carriola piena di sassi. È troppo piccola per un lavoro così grande. Eppure ha gli occhi che ridono. «Quello che mi colpì furono proprio i suoi occhi: lenergia positiva che, nonostante tutto, riuscivano a trasmettere». Raffaella Carrà decide subito di scoprire chi sia la bambina della carriola, che aveva visto nello spot di una Onlus per ladozione a distanza di bambini in difficoltà. «Ci misero tre anni a trovarmela. Alla fine seppi che si chiamava Michaela, che era unorfana del Guatemala. Da allora Michaela è diventata il settimo bambino di cui oggi sono madrina a distanza».
Singolare come uno show del sabato sera possa nascere da una vicenda tanto personale e così intensa. «Non sono mai io a proporre un nuovo programma: aspetto che sia la vita a suggerirmelo. E che qualcuno della tv mi cerchi». Ecco allora come, dopo due anni e mezzo di assenza dai teleschermi (lultima volta fu per Sogni che la Clerici ha ripreso con Il treno dei desideri; «ma non me la sono presa - minimizza Raffa -, i produttori della Endemol se ne sono scusati») la vita ha suggerito alla Carrà Amore: lo show che, al debutto su Raiuno per dieci puntate da sabato 25 marzo, sarà dedicato proprio al delicato e coinvolgente tema delle adozioni a distanza. «Dal giorno in cui feci Pronto Raffaella, il famoso talk-show dei fagioli in cui la gente mi chiamava come se potessi risolvere tutti i suoi problemi, capii che il mio lavoro doveva avere sempre un risvolto umano; un concreto rapporto con la vita reale. Ecco: Amore cercherà di togliere dallombra una realtà meravigliosa, quella delle adozioni a distanza, che spesso nel segreto o nella riservatezza lega fra loro milioni e milioni di italiani. Famosi e no».
Per andare a conoscere i sette bambini, sudamericani e africani, che segue da lontano con lenergia fattiva e il trasporto emotivo per cui è famosa, Raffa fa spesso numerosi viaggi; «allora ho pensato: perché non proporre a Bibi Ballandi e alla Rai, che mi volevano per un remake di Milleluci nel frattempo saltato, uno show che faccia viaggiare la gente verso quei Paesi lontani, per scoprire le storie, dolorose ma anche cariche di speranza, che nascondono, e la meravigliosa possibilità di poterle condividere?». Coinvolgimento affascinante, ma rischioso, dato il tema: «Così il Segretariato sociale della Rai ci ha aiutato ad individuare quindici Onlus fra le quaranta che in Italia si occupano del problema. Amore diverrà dunque un grande centralino televisivo a disposizione di tutti: io vi presenterò storie e testimonianze, e il telespettatore che vorrà adottare a distanza potrà proporsi durante la trasmissione». Delle apposite troupe guidate dal regista del programma, Sergio Japino, seguiranno le storie in India, Cambogia, Marocco, Congo, Kenya, Brasile. Ma non si vedrà nessuna immagine dei bambini da adottare: sul rispetto per i minori Raffa non transige. «Questi gesti devono essere suggeriti dal cuore. E il cuore non si vede mai».
E lo spettacolo? Che spazio avrà in Amore? «Un grande spazio. Grazie allorchestra che ci accompagnerà dal vivo e agli ospiti - adottanti e non - che ci verranno a trovare». Ma soprattutto il nuovo show (che viene già pubblicizzato da eleganti spot firmati Oliviero Toscani) non vorrà avere nulla a che fare con la lacrima facile o il sentimentalismo ricattatorio: «Il suo spirito non sarà pietoso, ma positivo. Certo: non sarà semplice passare da storie comunque dolorose a messaggi comunque positivi. Ma io ho ormai sessantanni.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.