Gerusalemme - La foto della giovane ragazza che da sola affronta una colonna di poliziotti armati ha fatto il giro e del mondo ed è valsa al suo autore, il fotografo dell'Associated Press Oded Balilty, l'ambito premio Pulitzer. Ma lei, Nili, non è affatto contenta della notorietà piovutale, anzi intervistata in proposito dal quotidiano 'Yedioth Ahronoth', afferma perentoria che "non c'è niente di cui essere orgogliosi, quella foto è semplicemente un imbarazzo per lo Stato ebraico: invece di difendere il popolo e la terra di Israele, le forze di sicurezza distruggono le case degli ebrei". Nili ha 16 anni e vive a Gerusalemme, dove frequenta un liceo religioso per sole ragazze. Il suo animo battagliero e la sua profonda fede l'hanno portata nel gennaio del 2006 a scontrarsi, insieme ad altri centinaia di giovani come lei, con le forze armate israeliane (IDF) inviate dal governo a sgomberare Amona, un avamposto abusivo non lontano da Ramallah. Negli scontri che seguirono, più di 200 persone rimasero ferite. Proprio in quell'occasione il fotografo Balilty scattò la foto cui tre giorni fa è stato assegnato il Pulitzer, in cui si vede Nili resistere da sola contro una colonna di poliziotti. Quello che non si vede, aggiunge lei, sono le botte che ha preso subito dopo quello scatto. Ma quello che è successo non sembra avergli fatto cambiare idea. "C'è un intera generazione di giovani cresciuti in Israele - afferma Nili - che credono nella Stato ebraico e nella Torah e insistono per portare la gente di Israele in una direzione differente: e siamo pronti a combattere per questo".
Le fa eco la madre, Devorah, che sottolinea come "questa foto presenta una situazione problematica: mostra una guerra civile, con il governo che va contro il popolo. Il popolo d'Israele è per la terra d'Israele e solo il primo ministro e la Knesset sono contro questo". Fedele ai suoi principi, nelle scorse settimane Nili ha fatto visita ai coloni che hanno occupato un edificio sulla strada principale che collega Hebron all'insediamento di Kiryat Arba, promettendo loro il suo sostegno nel caso arrivassero le forze di sicurezza a sgomberarli.
"La violenza e la crudeltà di Amona non ci hanno spezzato, anzi ci hanno rafforzato, i poliziotti in nero non ci spaventano, possono romperci la testa ma non i nostri spiriti" dice convinta la giovane 16enne, aggiungendo "quello che ho fatto ad Amona sono pronta a rifarlo se necessario: sono stata ad Hebron e ho detto alle famiglie ebree che vivono nella 'Shalom House' che se i militari vengono a espellerle, io ci sarò". E ha concluso: "Voi mi vedete nella fotografia, una contro tanti, ma è solo un'illusione: dietro quei tanti c'è un solo uomo, il premier Ehud Olmert, ma dietro di me c'è Dio e il popolo d'Israele".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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