Dicono che quello che si vede è solo la metà di quello che cè. Alex ha 17 anni, lo sguardo che qualche volta se ne fugge altrove e va dove non si sa, e un modo di fare speciale. Abita a Glenview, nellIllinois, un posto dove non succede niente ma può accadere di tutto, un sobborgo di tredici miglia quadrate dalle parti di Chicago, quarantamila anime in tutto perché i numeri in questa storia sono tutti importanti. Ha unintelligenza sognante, è abituato a vivere passioni intense ma silenziose e indovina quello che gli altri faticano persino ad immaginare. È autistico Alex ed è così bravo in matematica da contraddire persino i numeri e la logica. A beautiful mind. O come il professor Mickey Rosa di «21» che sbancava i casinò di Las Vegas applicando la scienza al black jack grazie al suo spettacolare talento per i calcoli. Lui invece è il solo su quasi cinque milioni di scommettitori, cioè lunico in tutti gli Stati Uniti, ad aver indovinato tutte le previsioni sulle 16 finaliste del torneo universitario di basket. Aveva una sola possibilità di riuscirci su 13 milioni 460 mila. E lui lha centrata. Senza vincere niente. Perché ha inserito il suo pronostico impossibile sul tabellone del torneo Ncaa, non si capisce perché, nellunico concorso non a premi del sito CBSsports.com: se ne avesse scelto un altro, tipo Yahoo, avrebbe potuto vincere 5.000 dollari a round, e diventare luomo da un milione di dollari, spiccioli comunque rispetto ai tredici milioni messi in palio da SportBook.com. Forse pensava, logica pura, di non vincere mai. Ma nel rischio non c'è errore, nel calcolo sì, e nella vita ci sono cose che non si possono dimostrare, lunica cosa che conta è scegliere di credere.
Si sentiva inquieto quella mattina Alex, senza un vero perché, ma non voleva farci caso, non sapeva ancora che la sera lAmerica lavrebbe celebrato come il fortunato più sfigato dei suoi eroi. Si è messo lì come un cecchino al Luna park e ha cominciato a fare fuoco: ha previsto le clamorose sorprese dei primi due turni di March Madness, tipo Kansas super favorita che va fuori contro Northern Iowa o Washington, altra puntata ad alto rischio, che spazza via prima Marquette e poi New Mexico. Non solo le sedici qualificate alle Sweet Sixteen, ma le vincenti di tutti i 48 match giocati. Più facile che Belen vi telefoni in questo preciso momento e vi proponga di uscire stasera. O che Pupo ed Emanuele di Savoia arrivino secondi a Sanremo. «Sono molto bravo in matematica cerca di dare una spiegazione logica Alex -. Il fatto è che questanno ho visto un sacco di partite in tv, studiato i punti di forza e di debolezza di tutte le formazioni. E poi le statistiche sui siti sportivi: le ho memorizzate tutte. E fatto le mie scelte». Cioè ha avuto culo. O genio. «È incredibile» dice e non si capisce bene se si riferisca alla combinazione o al fatto di non averla giocata. Il filotto perfetto. Cioè praticamente limpossibile. Nessun esperto di basket cè mai riuscito. E forse ci riuscirà mai.
Il mistero di quel che accade non ti appaga? Nemmeno per sogno. Perché per la Final Four Alex ha alzato la posta. Ha puntato su Kansas State e Kentucky, facile, le ha scelte anche Obama, ma Tennessee è azzardo puro, e Purdue, che non avrà Robbie Hummel, il suo Cristiano Ronaldo, è pura follia visto che il ragazzo le assegna il trono finale, vincente non piazzato. Studio? Statistiche? Magia? «È la scuola dove è andato suo fratello più grande Andrew...» ha rivelato la madre di Alex, Diane: «O forse qualcosa che ha nella testa solo lui». Possibilità che la sua striscia vincente rimanga perfetta: una su 35.360.000.000. Più facile che Fabrizio Corona vi telefoni in questo preciso momento e vi proponga di uscire al posto di Belen. O che i Jalisse vincano a Sanremo. Alex vuol fare qualcosa che nessuno ha mai fatto, se ci azzecca di nuovo verrà consegnato come minimo a una task force di enigmisti per la vivisezione della sua beautiful mind.
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