Rai, dopo la battaglia sulla Vigilanza

RomaSi parte da Palazzo San Macuto, si arriva dritti a Viale Mazzini. Riccardo Villari o Sergio Zavoli? Il tormentone anima il futuro della Vigilanza Rai. Ma non solo, visto che la vera partita sulle poltrone che contano, quelle con cui si gestisce mamma Rai, inizierà subito dopo. Quasi a cascata, come un domino. E in attesa di capire se il senatore napoletano del Pd (eletto con i voti del Pdl) lascerà o meno l’incarico dando via libera al collega ravennate, riparte il gioco preferito dal Palazzo: il risiko sulle nomine.
Tanto per cominciare, nel caso in cui Villari faccia il passo indietro, un parlamentare del Pd dovrebbe farsi da parte per far spazio a Zavoli. Chi sarà mai? Lo stesso Villari, secondo gli auspici di Walter Veltroni. Si vedrà. Ma la vera torta a cui ambire è un’altra. E fa rima innanzitutto con Cda. Ovvero, Consiglio di amministrazione. Nove poltrone, 2 le nomina il Tesoro (che indica anche il presidente), 7 la Vigilanza (quattro alla maggioranza, tre all’opposizione). In casa centrodestra, verso una riconferma Bianca Clerici (Lega), mentre Forza Italia indicherebbe Alessio Gorla. Ancora dubbi sul consigliere in quota An, così come sull’altro rappresentante della maggioranza. Dovrebbe rimanere Angelo Maria Petroni (Tesoro), mentre sul fronte opposizione si anima la bagarre. Perché una volta fatto il passo indietro su Leoluca Orlando, è fuor di dubbio che un posto vada all’Italia dei Valori. Tra i dipietristi, due i nomi più in auge: Fabio Evangelisti, vicepresidente vicario alla Camera e Marco Travaglio, nome su cui l’ex Pm ha sempre rivolto il suo apprezzamento.
Non si discute, inoltre, che un consigliere spetti all’Udc, che con disciplina in questi mesi ha sempre appoggiato Orlando. Tra i centristi rimane favorito Rodolfo De Laurentiis, in corsa intanto per la presidenza della Regione Abruzzo (ci fu l’ipotesi Erminia Mazzoni). Per la terza casella di minoranza, che tocca al Pd, favorito, con Zavoli alla Vigilanza, l’ex Dl Nino Rizzo Nervo, vicino a una riconferma. Ai minimi termini le chanches di un veltroniano al Cda (il segretario avrebbe pensato a Gianni Borgna).
Con un democratico alla guida della Commissione, in calo, per la presidenza Rai, le quotazioni dell’attuale numero uno, Claudio Petruccioli (Ds). E così, rispunta il nome del giornalista Pietro Calabrese che guiderebbe l’azienda in tandem con Stefano Parisi (attuale ad di Fastweb) a cui spetterebbe il ruolo di direttore generale (al posto di Claudio Cappon).
Si disputerà un po’ più in là nel tempo la partita su reti e tg. Al momento dato in partenza, quantomeno dalla direzione di Raiuno, Fabrizio Del Noce che potrebbe però ottenere un incarico diverso. Quasi certo il cambio al Tg1, diretto adesso da Gianni Riotta: Maurizio Belpietro, Pierluigi Battista e Mario Orfeo i nomi circolati finora.

Potrebbe lasciare il comando di Raidue, invece, Antonio Marano (in quota Lega), per la carica di vicedirettore generale. Dovrebbe rimanere al suo posto Mauro Mazza, direttore del Tg2. Sembra possa andar via il responsabile di Raitre, Paolo Ruffini. E si dice voglia tornare a New York, lasciando il comando del Tg3, Antonio Di Bella.

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