Politica

Per la Rai conti d’addio da Champions League

Urbani: «Non sono più ministro, nessuna incompatibilità»

Francesca Angeli

da Roma

Gli spazi informativi da dedicare al referendum, il caso Paolo Bonolis e il suo successore, i diritti sportivi. L’audizione in commissione di Vigilanza del direttore generale della Rai, Flavio Cattaneo, fissata per oggi, si promette infuocata. Anche se il dg si prepara ad affrontare i parlamentari forte dei risultati della prima trimestrale del 2005. Ieri infatti il vecchio cda (quello nuovo è incompleto e dunque ancora congelato) ha approvato all’unanimità i conti dei primi tre mesi dell’anno che registrano per Rai spa un utile di 100,1 milioni di euro. I consiglieri inoltre hanno deciso di partecipare alle trattative per l’acquisizione dei diritti della Champions League.
Quella di ieri dovrebbe essere stata l’ultima riunione per Marcello Veneziani, Francesco Alberoni, Angelo Maria Petroni e Giorgio Rumi. È lo stesso Rumi a spiegare che il cda «ha deciso di non riconvocarsi per martedì prossimo, 31 maggio: c’è l’assemblea degli azionisti e speriamo che nominino il presidente in modo da consentire al nuovo consiglio, attualmente incompleto, di insediarsi». Il nodo da sciogliere resta quello della scelta del direttore generale che il centrosinistra vuole «di garanzia» come il presidente.
Intanto i sette consiglieri già nominati (mancano i due che verranno indicati dal Tesoro e tra i quali verrà scelto il presidente) sono pronti a lasciare la panchina. Tra questi l’ex ministro dei Beni Culturali, Giuliano Urbani. Ieri sul Messaggero è stata ventilata l’ipotesi che Urbani sia finito nel mirino dell’Antitrust per supposta incompatibilità tra il ruolo di consigliere Rai e quello di ex ministro. Ma dall’ufficio del presidente dell’Authority, Antonio Catricalà, spiegano che non è in corso alcuna indagine su Urbani. Al momento l’Antitrust, come è prassi di legge, sta semplicemente raccogliendo informazioni sui neoconsiglieri.
«Escludo ci sia un problema di incompatibilità - spiega lo stesso Urbani -. Non sono più ministro e dunque non ricopro due incarichi. E non è stata aperta alcuna indagine». Urbani auspica che il 31 maggio si chiuda la questione delle nomine in modo da iniziare il lavoro. Una volta scelti presidente e direttore generale tra i consiglieri dovranno essere nominati due vicepresidenti e uno o due amministratori delegati.

Ad ognuno di loro poi andranno deleghe specifiche.

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