Rai e Mediaset contro Sky: la «chiavetta» illude i clienti

AUTHORITY Da valutare se sia lecito inserire i programmi digitali nella guida elettronica di Sky

Altro che rivoluzione tivù. L’ultima mossa di Sky Italia, quella di proporre ai suoi abbonati una chiavetta Usb per ricevere con il decoder anche i canali digitali terrestri, ha sollevato l’indignazione dei concorrenti, Rai e Mediaset. E non solo indignazione: il sistema, secondo il direttore generale della Rai, Mauro Masi, potrebbe essere in contrasto con alcune disposizioni dell’Authority per le tlc.
Per Gina Nieri, consigliere nel board di Mediaset, la chiavetta «è un’iniziativa scomposta, che crea confusione e illude un parco utenti amplissimo, pur riguardando in realtà solo una minoranza di clienti della piattaforma satellitare», cioè coloro che possono ricevere l’alta definizione. Infatti «riguarda solo 300mila utenti Sky su 4,5 milioni di abbonati», cioè solo quelli che hanno un decoder Hd. Inoltre, a giudizio di Nieri, la chiavetta «viene venduta come un servizio ulteriore, ma in realtà non offre nulla di nuovo, dal momento che gli utenti possono vedere lo stesso il digitale terrestre free» con i nuovi televisori, venduti già per ricevere il digitale terrestre.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche Masi, per il quale l’iniziativa «ha più i connotati di una abile campagna promozionale e di marketing che di una reale messa a disposizione a tutti i propri abbonati della programmazione digitale terrestre in chiaro». La «digital key» ha detto ancora Masi, sarà disponibile solo per i decoder in alta definizione. Inoltre, è improprio parlare di «decoder unico», visto che l’iniziativa non supporta «comunque sistemi di accesso condizionato diversi da Nds», cioè quello usato da Sky. Ma soprattutto, per Masi, «merita un attento approfondimento anche dal punto di vista legale e regolamentare la eventuale immissione dei canali della piattaforma terrestre all’interno della guida elettronica dei programmi di Sky». Circostanza che «potrebbe essere in conflitto con le disposizioni delle Autorità di garanzia che limitano l’utilizzo da parte di Sky del sistema digitale terrestre».
Se dunque Sky pensava anche di fare un passo avanti verso il decoder unico, la soluzione sulla quale sta ragionando la stessa Agcom, con questa iniziativa - almeno stando ai concorrenti - il sistema non si muove di molto.

Masi lo ha detto chiaramente: «Non si tratta di quello che impropriamente qualcuno ha definito il decoder unico, ma più correttamente uno strumento che lascia inalterata la natura chiusa e proprietaria del decoder Sky».

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