da Roma
Da una parte il caso Petroni-Fabiani, con il governo che la prossima settimana riferirà in Senato sullavvicendamento allinterno del Cda Rai. Dallaltra la vecchia querelle sulla nomina di Meocci a dg di viale Mazzini, incarico per cui lAuthority per le Tlc lha poi giudicato incompatibile, con la Corte dei conti che chiede 50 milioni di euro di risarcimento allallora ministro dellEconomia Siniscalco, al dg del tesoro Grilli e ai consiglieri di area cdl che votarono la nomina (Petroni, Bianchi Clerici, Staderini, Malgieri e Urbani).
Insomma, il giorno dopo la «diffida politica» dellopposizione - che ha invitato il governo a congelare le nomine del nuovo Cda Rai fino al pronunciamento del Tar l8 novembre - passato e presente della Rai sintrecciano. Perché mentre la magistratura contabile chiude la fase istruttoria sul caso Meocci, la conferenza dei capigruppo del Senato dà il via libera per la prossima settimana al dibattito in aula sul caso Rai. Un appuntamento al quale il presidente dei senatori di Forza Italia Schifani si augura si presenti «o il premier o quantomeno il ministro Padoa-Schioppa». Ma il dibattito, spiega la capogruppo dellUlivo Finocchiaro, «non avrà effetti politici sul governo anche nel caso in cui la risoluzione dellopposizione venga accolta». Daltra parte, aggiunge, «la Rai di problemi politici ne ha sempre posti, come quando nel 2004 mettemmo sotto il centrodestra...». La questione, però, potrebbe non essere così semplice. Tanto che Salvi, presidente dei senatori della Sinistra democratica, è cauto: «Vedremo se ci sono le condizioni per una posizione comune». Prende le distanze, invece, lUdeur. «Il rispetto delle regole e il buon senso - dice il capogruppo alla Camera Fabris - impongono le dimissioni dellintero Cda e la nomina di un nuovo presidente di garanzia». Ma sul punto Petruccioli è chiaro. «Questo Cda - si legge in una comunicazione del presidente della Rai al Consiglio - non è in mora e i suoi poteri non sono in alcun modo lesi. E io, per quanto dipende da me, resto qui a svolgere il mio compito». Anche nel centrodestra, però, si registra qualche incomprensione. Con il segretario della Dc per le Autonomie Rotondi, schierato per Fabiani, che fa sapere polemicamente agli alleati che «sulla Rai in Senato il governo non rischia». Così, la componete del Nuovo Psi chiede un chiarimento «urgente» interno al gruppo (che è congiunto con la Dca), perché «la nomina di Fabiani è insostenibile».
Lopposizione, intanto, continua a puntare il dito contro la rimozione di Petroni. Anche se nella querelle, è linput che arriva da Berlusconi, non bisogna più coinvolgere il Quirinale (che ieri ha ricevuto il presidente della Vigilanza Landolfi). Secondo il Cavaliere, convinto che la maggioranza sia ormai agli «ultimi giorni di Pompei», la replica del Colle ha infatti neutralizzato dal punto di vista mediatico liniziativa congiunta della Cdl (che per loccasione si era nuovamente allargata allUdc). Tanto che pure sul Quaderno - lapprofondimento quotidiano di una trentina di pagine che deputati e senatori azzurri ricevono ogni giorno per mail - non ci si gira troppo intorno: «È stato un errore coinvolgere il capo dello Stato».
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