da Roma
È lennesima riunione ad alta tensione quella che va in scena a Palazzo San Macuto, sede della Commissione di vigilanza Rai. Una nuova disfida che si concentra sempre sullo stesso punto: il tentativo dellUnione di cacciare il consigliere di amministrazione di Viale Mazzini, Angelo Maria Petroni, così da procedere alla definitiva occupazione del servizio pubblico radiotelevisivo. Un desiderio che potrebbe prendere forma il prossimo 10 e 11 settembre quando lassemblea della Rai si riunirà allo scopo di sostituire il direttore della Scuola superiore della Pubblica amministrazione con un consigliere vicino al centrosinistra.
La Casa delle libertà, nella riunione di ieri, ha lanciato una proposta: sospendere il dibattito sul caso Petroni e chiedere al ministro Tommaso Padoa-Schioppa di rinviare lassemblea dei soci della Rai. La richiesta, avanzata dallazzurro Massimo Baldini, è stata bocciata con 18 voti contrari e un astenuto (Antonio Satta dellUdeur) contro gli 11 voti favorevoli dellopposizione. Per protesta, i parlamentari della Cdl hanno abbandonato laula. E poco dopo è seguito un duro comunicato firmato dai capigruppo dellopposizione in commissione, Alessio Butti (An), Giorgio Lainati (Fi), Rodolfo De Laurentis (Udc) e Dario Galli (Lega).
«Constatato il rifiuto del ministro dellEconomia di intervenire in Commissione sugli sviluppi del caso Petroni e la contrarietà da parte del centrosinistra ad ascoltare il ministro prima dellAssemblea dei soci della Rai, denunciamo la vera e propria emergenza democratica che si sta per verificare con la rimozione del consigliere Petroni». «A nessuno è sfuggito - continuano ancora gli esponenti del centrodestra - lo strapotere esercitato dal centrosinistra sulle nomine ai vertici di reti e testate e nessuno può negare che il colpo di mano del ministro Padoa-Schioppa con la revoca di Petroni consegna interamente il governo della Rai alla sinistra. Ricordiamo infatti che 5 su 9 saranno i consiglieri di riferimento del centrosinistra, che il presidente è lex senatore Ds Petruccioli e che anche il direttore generale Cappon è assolutamente organico allattuale maggioranza. La scelta di abbandonare laula è la logica risposta allatteggiamento assolutamente indifferente della maggioranza e alla mancanza di rispetto da parte del ministro delle prerogative e del ruolo della Commissione». Partita chiusa, insomma, ma solo momentaneamente.
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