Rai, valzer di poltrone a tempo di rock

Parola d’ordine del nuovo cda: "Chiudere quanto prima la partita delle nomine". Belpietro in pole position per il Tg1 Mazza e Caprarica i candidati più forti per Tg2 e Tg3. Oggi pomeriggio Paolo Garimberti eletto nuovo presidente

Rai, valzer di poltrone 
a tempo di rock

Roma Paolo Garimberti è il nuovo presidente della Rai. L’assemblea degli azionisti della tv pubblica ha nominato il nuovo consiglio di amministrazione e il ministero dell’Economia ha riconfermato Angelo Maria Petroni come suo rappresentante e ha indicato nell’ex vicedirettore di Repubblica il numero uno dell’azienda.
La commissione bicamerale di Vigilanza è stata convocata oggi per ratificare la nomina con la votazione a maggioranza qualificata e il consiglio di amministrazione si riunirà alle 17 per formalizzarla. La tempistica estremamente «stringata» delle procedure, osservano fonti di maggioranza, è indicativa dell’intenzione di «chiudere quanto prima la partita delle nomine». L’approssimarsi delle elezioni europee, infatti, implica la necessità di non intasare ulteriormente l’agenda politica.
Il passo successivo, quindi, sarà la designazione, come da programma, del segretario generale di Palazzo Chigi, Mauro Masi, alla direzione generale di viale Mazzini. Da quel momento in poi si cercherà di accorciare i tempi per l’inevitabile «valzer» di poltrone che accompagna ogni avvicendamento manageriale alla Rai.
La partita più importante è quella della direzione dei telegiornali che, però, non può essere affrontata in maniera slegata dalle direzioni di rete. Per il Tg1 la candidatura più accreditata da parte governativa è quella del direttore di Panorama ed ex direttore del Giornale, Maurizio Belpietro. Anche se il Pdl si appresta ormai a essere in tutto e per tutto un unicum, è noto che l’anima An vorrebbe insediare alla guida dell’ammiraglia l’attuale direttore del Tg2, Mauro Mazza. Forte di una consolidata esperienza nella tv pubblica, Mazza rappresenterebbe una scelta simile a quella fatta con Clemente J. Mimun nel 2002. Se non si giungesse a un accordo in tal senso, potrebbero salire le chance di outsider come il direttore del Mattino, Mario Orfeo.
Il direttore del Tg2, comunque, potrebbe conquistare una promozione a direttore di rete. Molto probabile una sua indicazione a Rai2. Minori ma concrete le possibilità che possa diventare il direttore di Rai1 per la quale sono in lizza alla pari pure Fabrizio Del Noce, Giuliana Del Bufalo e Guido Paglia. Così come non è da escludere, infine, una sua conferma alla direzione del Tg2 per la quale corrono anche l’attuale vicedirettore Bruno Socillo e il vicedirettore di Rai Parlamento Alberto Maccari.
La leadership del secondo canale attualmente è in quota Lega. Per Antonio Marano sembra spianata la strada alla vicedirezione generale della Rai. Un incarico per il quale sono in pole position il direttore acquisti Gianfranco Comanducci e Lorenza Lei (di estrazione cattolica è direttore staff della direzione generale e componente del comitato scientifico della Fondazione Magna Carta). In caso contrario il Carroccio potrebbe giustamente rivendicare la direzione di una testata. In particolare spingere per Nicoletta Faverio al vertice di una Tgr di stampo federalista.
Praticamente già tutto nero su bianco in casa Rai3. Le ali diessina e margheritina del Pd si sono da tempo accordate per una riconferma di Paolo Ruffini (Dl) alla direzione di rete e per la nomina del direttore del Gr, Antonio Caprarica (Ds gradito agli ambienti del Quirinale), al telegiornale.

L’unico imprevisto potrebbe essere rappresentato da un’insistenza dei Ds su Giovanni Minoli alla guida della rete con una riconferma di Antonio Di Bella al tg. I margini di manovra sono stretti, ma nuovi equilibri sono possibili considerando la necessità di dar voce a tutte le componenti (in primis quella cattolica) e gli altri movimenti dell’editoria italiana.

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