Raid israeliano a Gaza: uccisi sette palestinesi

da Gerusalemme

Mezzi blindati e soldati israeliani hanno lanciato ieri un’operazione nel sud della Striscia di Gaza con l’intento di sventare quelle che un portavoce militare ha definito «minacce terroristiche»: almeno 7 miliziani palestinesi sono stati uccisi e numerosi altri feriti, Israele ha comunicato che sono rimasti lievemente feriti quattro suoi soldati. Si tratta del più massiccio raid degli ultimi due anni.
L’operazione ha preceduto di un giorno la prima seduta dei negoziati di pace israelo-palestinesi, a Gerusalemme, concordati nella recente conferenza di Annapolis (Usa), e ha provocato dure proteste palestinesi e l’invito del movimento islamico Hamas, che si oppone alle trattative, ai rappresentanti dell’Autorità nazionale palestinese del presidente Abu Mazen a non andare all’incontro e «a non coprirsi di vergogna stringendo le mani israeliane, che sono sporche di sangue palestinese».
Un portavoce militare di Gerusalemme ha affermato che si tratta di «un’operazione di routine per neutralizzare minacce terroristiche»; cioè con l’intento di catturare gruppi di miliziani responsabili dei giornalieri tiri di razzi contro centri abitati nel vicino territorio ebraico. Una trentina di blindati, tra carri armati e automezzi per il trasporto delle truppe, con una copertura aerea di elicotteri, sono entrati per una profondità di circa due chilometri nel sud della Striscia, raggiungendo la periferia di Khan Yunes.
I negoziati israelo-palestinesi che si iniziano oggi sono i primi dopo sette anni.

Obiettivo dei colloqui è la ricerca di un accordo di pace che metta fine al lungo conflitto tra i due popoli. L’ultima volta che le due parti si ritrovarono a discutere dei nodi più difficili - colonie ebraiche, Gerusalemme e profughi - fu nel gennaio 2001 a Taba , nel Sinai.

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