Sarebbero almeno 70 le vittime civili dei raid Nato in Libia. Un'inchiesta del New York Times sostiene che la campagna militare della Nato, durata sette mesi, abbia provocato anche decine di vittime civili, che l'Alleanza ha a lungo negato. Il quotidiano ricorda come la Nato durante tutta la campagna conclusa il 31 ottobre abbia sempre definito quasi senza macchia la condotta dell'operazione militare, condotta per proteggere i civili dalle truppe del Colonnello. Secondo quanto hanno ricostruito i giornalisti del quotidiano, che hanno visitato i siti colpiti dai raid aerei della Nato, ascoltato testimoni e fonti mediche, ci sono racconti credibili di decine di civili rimasti uccisi in diversi attacchi. Le vittime, tra cui 29 donne e bambini, sono state per lo più colpite durante il sonno. Il quotidiano stima un bilancio di oltre 70 uccisi dai raid aerei, secondo le prove raccolte. Anche se il bilancio non è così alto rispetto ad altri conflitti in cui le potenze occidentali hanno fatto affidamento sugli attacchi aerei, secondo l'inchiesta non si tratta di una cifra conclusiva. I siti colpiti dai raid sarebbero 25 tra cui Tripoli, Surman, Mizdah, Zlitan, Gàa, Majer, Ajdabiya, Misurata, Sirte, Brega e Sabratha e i dintorni di Bengasi.
Il New York Times precisa che due settimane dopo aver consegnato un documento di 27 pagine contenente dettagli su nove attacchi in cui gli aerei Nato hanno ucciso o ferito civili, l'Alleanza ha modificato la sua posizione.
Raid Nato in Libia, il New York Times: almeno 70 vittime civili
In un'inchiesta il quotidiano Usa mette sotto accusa la campagna militare contro il Colonnello. Fra i morti ci sarebbero una trentina di donne e bambini, colpiti nel sonno
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