nostro inviato
a Magny Cours
Prego un replay: per confrontare al rallentatore la faccia di Kimi Raikkonen dopo un ritiro in gara e dopo una vittoria. Perché è impossibile scovare differenze espressive. Anche quando la vittoria è stata attesa a lungo ed è arrivata dopo tre mesi di delusioni, dubbi e critiche: un trionfo conquistato in pista, con due sorpassi, quello bello al via su prodigio Hamilton, e quello silenzioso e figlio del cronometro nellultima sosta. Kimi ha così mantenuto la parola. Aveva detto: «Cara Ferrari fidati di me, posso ancora vincere il titolo», ed ecco fatto.
Kimi, il momento chiave della gara?
«La partenza. Finalmente sono riuscito a scattare bene. Senza quel sorpasso, difficilmente avrei vinto».
Si è allenato?
«A Silverstone ho provato diverse volte, ma credetemi, non dipendevano da me le partenze sbagliate. Tutte le altre volte il sistema non aveva funzionato a dovere: per cui negli ultimi test ho solo eseguito delle prove per testarlo al meglio e migliorarlo».
Macchina perfetta?
«No, buona, ma non perfetta».
Incontentabile davvero.
«È che la macchina può sempre essere migliore anche quando è già buona... Comunque, è stata una grande giornata e a Silverstone voglio rivincere».
Che soddisfazione dopo tanti problemi.
«Vittoria bella, ma non ho mai avuto dubbi sul fatto che lavorando duramente avrei raddrizzato la situazione. Adesso posso ancora migliorare, perché non sono ancora là dove vorrei essere. Per uscire dai problemi ci è solo voluto più tempo del previsto, ma io ho tenuto duro. E sono felice. Anche perché la smetteranno di scrivere spazzatura su di me».
Ha temuto di vedersi sfuggire il trionfo allultimo, proprio come su questa pista, cinque anni fa, scivolando su una macchia dolio?
«Di certo ci ho pensato, ma ho fatto in modo di essere sicuro che non si sarebbe ripetuto quel guaio. E così è stato».
Osiamo: la Rossa a questo punto è proprio tornata?
«Penso di sì: non ci aspettavamo certi problemi delle ultime gare, per cui, sì, siamo tornati dove ci spetta».
Massa dice che ha perso la corsa per colpa del traffico, dei doppiati.
«Il traffico cè per tutti, anche io lho trovato. A volte aiuta, a volte penalizza. Ad esempio, nella prima parte sapevo che Felipe si sarebbe fermato dopo di me, per cui ho cercato di stargli addosso, ma il traffico mi ha penalizzato. Per fortuna dopo non è successo».
E quel giro alla morte prima dellultima sosta?
«Ero obbligato a fare così, altrimenti non sarei riuscito a passare davanti a Felipe».
Prima ha detto che la Ferrari era buona, ma non perfetta: scherzava?
«No. È migliorata.
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