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Rally: auto fuori strada, muore il navigatore

È accaduto in Inghilterra: le vetture sono meno veloci, ma anche molto meno sicure di quelle della Formula 1

Andrea de Adamich

Tra le drammatiche notizie delle ultime ore ce n’è anche una che rattrista il mondo dei motori: nella terzultima prova speciale del mondiale rally d’Inghilterra, la Peugeot 307 Wrc ufficiale di Markko Martin è volata fuori strada, ha centrato un albero dalla parte del passeggero e il navigatore di Martin, Michael Park, è morto. Sembra impossibile che nel 2005, abituati a incidenti catastrofici in Formula 1, con velocità spaventose rispetto a quelle dei rally, nei rally si possa morire.
La differenza la fa la strada. Oggi le piste di Formula 1 sono gioielli di sicurezza: spazi enormi di fuga in frenata e all'esterno di tutte le curve; barriere di protezione, se del caso, perfettamente posizionate e tali da assorbire ogni eventuale impatto. Gli abitacoli delle vetture maggiori sono vere e proprie cellule di sopravvivenza. Le vetture da rally, per quanto costruite con tutti i crismi della sicurezza, centine interne incluse, sono sempre originate di base dalla serie e quindi più vulnerabili di un abitacolo in carbonio costruito espressamente per resistere a ogni sollecitazione. Le prove speciali del rally si effettuano su strade normali, spesso su tracciati insidiosi, più pericolosi di una strada tradizionale.
Alberi, fossati, dossi, sterrati, case, spigoli, praticamente con protezioni minime. Se si sbaglia in rally si sbatte duro, si vola nel fosso, spesso ci si capotta. E, come avviene nelle moto, se uno non finisce contro un ostacolo può cavarsela, ma se trova l'impatto può pagare caro, come è successo a Park.
Una considerazione, però: il rally moderno dà più informazioni tecnologiche alla vettura di serie di quanto dia forse la Formula 1. La vettura da rally è molto vicina alla produzione, e quindi il suo laboratorio sulle strade di tutti i giorni fornisce informazioni sulla sicurezza attiva certamente importanti per l'evoluzione dei nuovi modelli.
L’episodio drammatico ha avuto anche un risvolto umano notevole. Il rally è stato sospeso e il quasi campione del mondo Sebastian Loeb, amico di Park, avrebbe vinto la gara. Loeb, però, si è fatto volutamente penalizzare all'ultimo controllo orario: non voleva vincere una gara così triste e tragica. Vorrei comunque sottolineare che le corse servono a valutare la sicurezza delle vetture e delle strade.

Così certamente il dramma di Michael Park porterà a migliorare ulteriormente l'abitacolo delle vetture da rally, facendone in seguito beneficiare anche la vettura che voi guidate tutti i giorni.

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