Franca Rame non vuol essere «uccello del malaugurio» ma sa che laspirante sindaco del centrosinistra sta giocando una partita dal risultato quasi impossibile. E critica la strategia di Bruno Ferrante che ha stoppato i tentativi del marito, Dario Fo, di dare più forza alla coalizione: «Dario Fo sconfitto alle primarie del centrosinistra, ha cercato di unire i piccoli partiti ma non cè riuscito. E questo è un grandissimo errore» fa sapere la neosenatrice dellItalia dei Valori. Giudizio su una strategia che ha quindi spinto il Nobel ad andare al voto con una lista civica contrapposta a quella dellex prefetto. Lista che, per la cronaca, Fo presenta non solo al Comune ma in tutte e nove le zone di Milano. Una vera e propria sfida tutta interna al centrosinistra, che rischia di far saltare lobiettivo e che fa sentire Bruno Ferrante già orfano.
Ma la valutazione della moglie del premio Nobel è seguita anche da un consiglio, «Bruno Ferrante si comporti da persona onesta quale è sembrata». Affermazione che rischia di (ri)aprire una nuova querelle attorno ai Richelieu dellex inquilino della prefettura ovvero agli sponsor «inquietanti» - diceva Nando Dalla Chiesa della Margherita - sempre più legati allex prefetto. Spezzoni del passato che continuano a dar voce a un malcontento diffuso senza ottenere mai uno-chiarimento-uno dallex prefetto.
Che, naturalmente, per Franca Rame «deve diventare sindaco». Speranza fatta propria anche dal verde Carlo Monguzzi: «Ferrante deve vincere» dice il presidente cittadino degli ambientalisti tentando così di mettere a tacere le polemiche sul mancato capolistato a Milly Moratti e sorte dopo la presentazione della lista Ferrante. «Noi, non siamo dispiaciuti. La lista Ferrante è stata decisa dagli stessi candidati e quindi è cosa bella e utile per vincere».
Dichiarazione di chi impone allaspirante sindaco di mettere «nel programma un punto fermo sulle municipalizzate» come ricorda Fiorello Cortiana, lex senatore verde che partecipa ai tavoli per la realizzazione del programma elettorale di Ferrante: «Bisogna fare un passo indietro, dopo che Gabriele Albertini ha applicato la politica della svendita.
Appunti su cui Ferrante potrebbe già lavorare e, magari, anticipare così la presentazione del suo programma che ancora non si vede a trentaquattro giorni dal voto.
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