Le giurie del premio nazionale per la donna scrittrice «Rapallo Carige», che dal 1985 viene promosso dal Comune di Rapallo e Banca Carige, ieri hanno dovuto compiere una scelta difficile tra i romanzi delle tre finaliste, diversi per stile e narrazione, e tutti ugualmente coinvolgenti: i lavori delle tre scrittrici sono stati selezionati lo scorso 16 aprile tra 122 opere presentate al concorso, dalla giuria dei critici presieduta da Leone Piccioni e composta da Romano Battaglia, Mario Baudino, Maria Grazia Capulli, Francesco De Nicola, Elvio Guagnini, Ermanno Paccagnini, Mirella Serri e Pier Antonio Zannoni, ideatore e coordinatore del premio.
Un record il numero delle scrittrici che hanno voluto partecipare al premio, provandone di fatto l'indiscusso consenso e testimoniando la credibilità di un premio che in 27 anni di vita ha saputo scommettere su letture valide e all'avanguardia nella narrativa contemporanea.
Il premio speciale della Giuria, già annunciato ad aprile, è stato assegnato a Franca Valeri per «Bugiarda no, reticente», Einaudi. La comicità e l'ironia della Valeri danno vita a un piacevolissimo percorso circa la carriera dell'attrice e autrice comica, che con leggerezza ripercorre situazioni e personaggi della sua vita.
Il premio Opera Prima è stato ufficialmente consegnato alla ventitreenne Viola Di Grado, autrice di «Settanta acrilico trenta lana», Edizioni E/O, che affronta con una scrittura di forte fisicità il rapporto di Camelia con madre Livia, travolte dal vuoto improvviso che scende nelle loro vite, nelle quali sui aprono presto nuovi spiragli di speranza, destinati ben presto a soccombere.
Presentatrice della serata il medico di Uno mattina e volto storico della Rai, Livia Azzariti: un evento riuscitissimo malgrado il tempo incerto che ha portato a spostare la serata da Villa Tigullio allauditorium delle Clarisse, anche grazie alla bella e grintosa attrice Caterina Vertova, madrina della manifestazione, e all'attore e regista Massimo Venturiello. Ospite attesa anche la cantante pluripremiata Mietta, che lo scorso 20 aprile ha presentato il suo primo libro, «L'albero delle giuggiole», Kowalski Editore (Feltrinelli).
Vincitrice dalla manifestazione è Federica Manzon (29 voti), con un libro intenso e attual, lo strepitoso «Di fame e di sventura» della giovanissima scrittrice è il racconto di una discendenza fiera e libera, quella di Vittoria, «figlia del vento e del mare», che affronta la miseria e la vita con sfida e ironia, e di Tommaso, suo nipote ma anche anima affine, sul quale pesa una maledizione ma anche un dono. La sofferenza di questa famiglia, continuamente messa alla prova dal destino e tuttavia mai piegata dagli eventi, trasformano Tommaso in un «vincente».
Fluidi, incalzanti ed evocativi i toni di «Mia madre è un fiume», di Donatella Pietrantonio, Elliot Edizioni (seconda con 24 voti): i tanti personaggi di tre generazioni di una famiglia abruzzese diventano via via le voci narranti che delineano con la leggerezza della poesia e la vivacità delle immagini, il dialogo passionale e struggente tra madre e figlia, una partita aperta che non può essere chiusa a causa della malattia degenerativa di Esperia, inconsapevole nemico di una figlia che reclama il diritto a un ultimo confronto.
Una storia reale, ambientata in una terra antica e dura, che influenza inequivocabilmente le scelte e i sentimenti dei protagonisti.
Maria Pia Ammirati con uno stile semplice e pulito incatena il lettore fin dalle prime pagine: «Se tu fossi qui», Cairo Editore (che le ha regalato il terzo posto con 16 voti) racconta il percorso doloroso e profondo di Matteo, costretto a scontrarsi con l'improvvisa morte della giovane moglie.
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