Non è bastato l'annuncio del suo addio alla vita politica di Rapallo dopo lo scontro con i fedeli alleati della minoranza. Non è bastata nemmeno l'assenza all'ultimo consiglio comunale.
Armando Ezio Capurro continua a far discutere e irritare un'amministrazione che tra ricorsi, interrogazioni e interpellanze perde tempo e denaro che potrebbe impiegare, invece, in qualcosa di più utile per la città.
L'ultimo capitolo della saga capurriana risale al bilancio di previsione 2008 impugnato, con tanto di ricorso al Tar, dall'ex primo cittadino di Rapallo con il consigliere Gualtiero Di Carlo e altri 8 cittadini rapallesi.
Ricorso giudicato infondato dal Consiglio di Stato che ha pertanto dato ragione al sindaco. «Auspico - dice Mentore Campodonico - che in futuro il confronto politico si realizzi nelle sedi opportune ovvero nell'ambito delle istituzioni comunali». Le spese legali da dividere tra le parti sono però l'unico aspetto della sentenza che ha fatto storcere la bocca all'amministrazione. La partita non può dunque considerarsi ancora chiusa.
A Capurro verrà infatti chiesto di rispondere economicamente. Ventimila euro: a tanto ammonta, secondo stime, il danno finanziario procurato dalle attività processuali durate oltre due anni.
Domenico Cianci, capogruppo cittadino del Pdl, non le manda a dire a Capurro: «Chi ha fatto questo ricorso dovrebbe avere almeno il buonsenso di accollarsi tutte le spese sostenute dal comune e di conseguenza dai suoi cittadini». Agli otto cittadini dissidenti Cianci fa un invito: «Chiedano scusa per il tempo sottratto alle vere problematiche della città». Arduino Maini capogruppo in consiglio del Pdl riflette: «Non credo che chi ha votato Capurro lo ha fatto per fargli bloccare la città». Sarcastico il commento di Gerolamo Giudice, consigliere di maggioranza: «È strano che una persona che fa oltre duecento interrogazioni all'anno, non fosse informato su un tema così importante come il bilancio di previsione».
Rapallo: il Comune si prepara a chiedere i danni a Capurro
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