Cronache

Rapallo e Santa separate dal tunnel che non c’è

Quarantadue anni per decidere come e dove far passare il tunnel che dovrebbe - il condizionale è ancora d'obbligo - iniziare a Rapallo, vicino all'uscita dell'autostrada e arrivare a Santa Margherita. Dove? A Punta Pedale, davanti al mitico Covo di Nord Est, e l'uscita in via Dogali? O in via Maragliano? Questo non lo possiamo ancora scrivere perché le discussioni sono tante, ma progetti realistici non ci sono ancora. Per fare chiarezza abbiamo chiesto a Claudio Marsano, sindaco di Santa Margherita quali sono le certezze e quali sono ancora gli argomenti da definire.
«Dal '63 il tunnel è presente nei piani regolatori della città. Negli anni il tracciato è cambiato per soddisfare le esigenze dell’edilizia economica popolare. La strada in prima istanza passava in collina, prevedendo un ponte di centosessanta metri di altezza e dieci metri dall'alveo del torrente. Rivedendo i disegni si può spostare il tracciato del viadotto, in fondovalle rendendolo poco visibile. Per quanto riguarda l'accessibilità a Portofino, il tracciato è stata confermato a livello regionale, compreso di posteggi di Punta Pedale, del Miramare e in località Poggiolino all'uscita di Rapallo».
La cittadinanza è informata dell'intera opera?
«Come ho detto in campagna elettorale e nell'ultimo confronto con i cittadini, il collegamento tra Rapallo e Santa attraverso il tunnel, deriva da un accordo già intrapreso dalla precedente amministrazione, cioè la giunta Bottino. Oggi l'amministrazione Marsano si propone di concretizzare il progetto, deciso a livello nazionale, l'opera sarà tutta in galleria con un'unica uscita a Porta Pedale».
L'uscita in via Dogali non si fa più?
«Questa uscita è sospesa, anche se l'idea di allargare la strada e portare le macchine nel posteggio di Via Favale vicino a villa Durazzo, non è ancora tramontata. Un tecnico comunale ha fatto una simulazione visiva del rione, rivelando un impatto ambientale notevole, bisogna anche tener conto di un piano artigianale in espansione. Sappiamo che l’opera costa circa 210 milioni di euro e sarà finanziata con gli ultimi aumenti dei pedaggi autostradali, questo lavoro ci permette di chiudere il fronte mare creando una grande isola pedonale nel centro di Santa Margherita. Per non intasare il centro dalle auto uscenti della galleria ci sarà un posteggio con 200 posti auto a Punta Pedale, già approvato in giunta dobbiamo solo fare la gara di realizzazione. Ad ottobre inizia la costruzione del posteggio del Miramare con 155 posti e in via Favale ci sono 255 posti auto, per un totale di seicento posti».
Cosa è successo nell'ultimo consiglio comunale?
«Nel gruppo di opposizione, formato da quattro ex assessori e un sindaco delle due precedenti giunte, hanno abbandonato l'aula accusando l'amministrazione di non fare assemblee pubbliche e spiegare l'evoluzione dell'opera. Siamo disponibili a modificare il documento stilato per rendere edotto il consiglio comunale e rispondere ad una lettera speditaci dalla Provincia il 7 ottobre. Hanno avuto un mese per riflettere e ragionare assieme a noi e non l'ho hanno fatto! Ribadisco che il traforo era già stato approvato dalla giunta precedente, dove io ero assessore alla viabilità insieme ai quattro assessori che ho citato prima! Erano favorevoli! Nessuno di noi in nove anni si è mai preso l'iniziativa di fare una variante al piano regolatore, dicendo no al traforo, e ricordo che il Comune ne ha la podestà! Noi faremo altre assemblee pubbliche, ci sarà il confronto con i cittadini, ma io sono deciso a fare una battaglia dura per ottenere il consenso alla costruzione dell'opera».
Angelo Bottino, parlamentare della Margherita ed ex sindaco di Santa Margherita per due mandati, oggi alla guida dell'opposizione è perplesso sulla realizzazione del traforo e pensa di rivalutare progetti alternativi.
Cosa le fa paura di questo agognato tunnel?
«Io parlo del traforo solo per il periodo in cui ero sindaco, senza dilungarmi negli anni passati. Ad ogni appuntamento elettorale se ne parlava, si sono fatti incontri tra cui uno con il ministro dei trasporti Pietro Lunari, il presidente dell'Anas, il senatore Luigi Grillo, presidente commissione trasporti al Senato, il sindaco rapallese Bagnasco ed io. Hanno fatto vedere un disegno di tunnel su una carta topografica, il passaggio della galleria era rappresentato con delle righe e ricordo che avevo evidenziato la necessità di interrare il tutto per un fatto ambientale, avevo chiesto una modifica perché lo sbocco di uscita era davanti a una scuola. La spesa era di due miliardi di lire e, puntualizzo, io non ho visto altri progetti. Ora c'è la volontà di dare assenso a questo programma e qui ho una mia opinione».
Quale?
«Non so se un tunnel con arcate e ponti sia la soluzione migliore e poi, per che cosa ? Una spesa di circa 250 milioni di euro per spostare il problema del traffico da Rapallo a Santa? Prima di fare una la galleria facciamo un piano generale di posteggi alla fine e all'inizio del condotto e modifichiamo le strade. Non dimentichiamo che il problema del traffico c'è solo per il periodo estivo, cioè tre o quattro mesi! Il solo pensiero che per dieci anni camion, scavatrici e polvere invadano la cittadina ostacolando la viabilità, mi porta a proporre alternative per salvaguardare l'impatto ambientale e il verde che noi a Santa abbiamo sempre difeso. Per fare lavori di questa portata bisogna avere il consenso dei cittadini».
Quali alternative propone?
«C'è un bel progetto, di qualche anno fa, che si chiama Piano di viabilità della Provincia che prevede via mare l'utilizzo dei battelli, pianificare nei mesi estivi un servizio di autobus elettrici che portano i turisti dall' uscita dell’autostrada di Rapallo al centro, poi si smistano nelle località diverse, si possono utilizzare anche i treni navetta. Un bel parcheggio all'uscita dell'autostrada, zona Poggiolino, è la soluzione migliore.

Perciò, accantoniamo la costruzione del tunnel, mi sembra l'idea più logica, cerchiamo di creare un sistema di parcheggi che, inserito in un piano di viabilità, faccia defluire il traffico».

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