PAROLA_LETTORI

La rapina di Stato che livella la vita dei suoi cittadini

Egregio direttore, ho trovato un po' inappropriato il titolo de il Giornale, cioè definire rapina il prelevamento del 6% sulle pensioni al di sopra dei 90mila euro annui. Ho 56 anni e lavoro da più di 40 ma gli ultimi 5/6 non riesco (causa crisi del settore odontotecnico) a portare a casa quel tanto da poter vivere decentemente visto che abbiamo tre figli di cui due studenti. È grazie al lavoro di pulizia per le case che svolge mia moglie che riusciamo a sopravvivere, ma le cartelle di Equitalia che ho ricevuto sono più dei capelli che ho in testa senza parlare del mutuo con la banca che ormai da un anno non riesco più a pagare, a volte fatico a fare il rifornimento per recarmi al lavoro. Un euro e mezzo per il Giornale li trovo ancora, anche se non tutte le mattine, però capite che in queste condizioni qualche pensiero malsano può passare per la mente. Per noi sentire parlare di rapina sopra certe cifre è strano, ma posso capire che chi è abituato ad un certo tenore di vita si possa trovare male. Perdonatemi lo sfogo, ma penso che anche altri siano nelle nostre condizioni e questa guerra tra poveri non fa onore a questa Italia violentata da un governo di inetti e opportunisti.

Lettera firmata

Caro lettore, ogni singola storia è degna di rispetto, e la sua di molto rispetto ed è comprensibile e legittimo che nella sua posizione storca il naso di fronte alla difesa di redditi certi, quali sono fino ad oggi le pensioni, da ottanta e passa mila euro. Ma non è abbassando il livello di vita di chi ha avuto la fortuna, o la capacità, di una vita lavorativa stabile e gratificante che si risolve il problema di chi, come lei, è in difficoltà. Livellare verso il basso è una ricetta economica che, dove applicata, ha dato pessimi risultati. Un pensionato a cui vengono tolti soldi sarà meno predisposto a sistemare i suoi problemi ai denti, impedendo quindi a lei, odontotecnico, di tornare a fatturare. Lei ha bisogno di lavoro, non di assistenza. E il lavoro lo si crea solo aumentando i consumi, quindi lasciando i soldi a chi li ha guadagnati onestamente. Questa è la differenza tra i sistemi socialisti e quelli liberali.

E noi sosterremo sempre i secondi.

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