La rapina in villa con stupro a Perugia C’è un fermato: è un giovane romeno

È un romeno di 23 anni il primo fermato per la rapina in villa a Perugia del febbraio scorso, durante la quale fu anche stuprata una donna. L’uomo, «gravemente indiziato» di essere uno degli autori della rapina compiuta nella notte tra il due e il 3 febbraio scorso alla periferia di Perugia, è stato fermato dai carabinieri ieri in tarda mattinata, poco prima dell’una.
Il romeno sarebbe stato bloccato nella zona del capoluogo umbro. Secondo indiscrezioni sarebbe il basista della rapina e per ora non è accusato anche dello stupro. A Perugia non avrebbe avuto un’occupazione stabile.
La rapina, avvenuta in una zona periferica della città, fra Resina e Pietramelina, fu messa a segno da due banditi armati e a volto coperto, all’inizio del febbraio scorso. Nel corso della rapina uno dei due violentò una donna di 54 anni, originaria del sud America, madre della compagna del proprietario della villetta (nella foto Ansa). Sia quest’ultimo, sia la partner erano fuori casa al momento della rapina. Quella sera la donna si trovava in casa insieme alla nipote di 14 anni. Proprio per stare con lei la nonna si era recata lì quella sera, mentre la figlia e il compagno erano andati a lavorare. «Siamo molto contenti per questo fermo e spero che me lo facciano avere qui davanti a me» ha dichiarato il proprietario della villetta.
L’altra settimana, sempre alla periferia di Perugia, a Ramazzano, un’altra rapina in villa è finita tragicamente: Luca Rosi, un impiegato di banca di 38 anni, è stato ucciso mentre si trovava nella casa dei genitori, dove avevano fatto irruzione i malviventi. Con lui c’era anche il nipotino, che ha assistito alla rapina e all’assassinio dello zio.

Proprio per proteggere il piccolo, la madre e la compagna, Rosi ha reagito, scatenando la furia dei rapinatori. Nella rapina di resina era stata rubata una pistola calibro 9. Ed è proprio una calibro 9 l’arma che ha ucciso Luca Rosi.

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