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Rapina in villa con stupro Presi due tunisini

Sono stati fermati in un casolare, non lontano da quella villetta in cui avevano rapinato e violentato una donna. Anis Houioui, 28 anni e Noubi Hamrouni, 22, tunisini, sono stati arrestati dai carabinieri di Marsala con l’accusa di essere gli autori della violenta rapina in villa, commessa lo scorso 6 gennaio nelle campagne trapanesi. I due si sarebbero introdotti armati di coltello in una villetta, in contrada Ciavolo, rapinando e violentando una donna. Ora si trovano nel carcere di Marsala.
I due tunisini sono in cella, in Sicilia. Invece in provincia di Rovigo un’altra storia di violenza è finita come tutti si aspettavano: il marocchino che aveva stuprato una quattordicenne a Ledinara è fuggito dagli arresti domiciliari. Ora una nuova ordinanza di custodia cautelare insegue Samid Abdelghani, 26 anni, che ha preferito sparire pochi giorni fa, dopo aver patteggiato tre anni di pena. Ecco a cosa sono serviti l’«obbligo di firmare il registro tutti i pomeriggi negli uffici della caserma dei carabinieri» e il divieto di «uscire di casa dall’imbrunire all’alba», le rigide condizioni che il gup di Padova aveva imposto nel maggio scorso all’extracomunitario. Un pacchetto di misure che non potevano compensare la detenzione in carcere, la misura mai applicata per un’incredibile inefficienza del sistema giudiziario italiano. Abdelghani aveva scampato infatti la prigione perché la segreteria del pubblico ministero Roberto Lombardi aveva notificato, nel febbraio scorso, la chiusura delle indagini solo a uno dei suoi due difensori. Un errore procedurale così grave da costringere l’allora ministro di Giustizia Luigi Scotti di incaricare l’Ispettorato generale di procedere ad accertamenti. Ma intanto il marocchino tornava placidamente a casa, a Ledinara. La forzata convivenza dell’adolescente abusata e del suo aggressore nello stesso comune aveva sollevato polemiche infuocate.

Da più parti si era chiesto di riaffidare agli istituti di pena la custodia dell’uomo. Ma la frittata era stata fatta; e l’ultimo pizzico di sale a questo pugno nello stomaco della Giustizia l’ha aggiunto il violentatore stesso, evadendo pochi giorni fa.

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