Rapinatore preso: era libero grazie all’indulto

da Roma

Brutta avventura, con il lieto fine, per Fernando Napolitano, consigliere d’amministrazione dell’Enel. È stato rapinato ieri al rientro a casa, nella zona di via Cassia, mentre era con i due figli, di 5 e 7 anni. Ma in poche ore i due malviventi, uno dei quali era uscito dal carcere per l’indulto, sono finiti in manette: saranno processati oggi per direttissima. «Avevo portato i bambini a San Pietro per l’Angelus - racconta Napolitano - e stavo entrando in auto nel mio garage quando mi sono accorto che due tipi si stavano infilando dietro di me. Hanno sparato al mio finestrino, forse con una pistola ad aria compressa, mandandolo in mille pezzi, e minacciando di ammazzare i miei figli. Erano napoletani, come me. Ho detto loro di stare calmi e gli ho consegnato telefonino, portafogli, orologio e un po’ di contanti. Hanno insistito perché mi svuotassi le tasche, ma poi sono andati via». Sembra la «solita» cronaca di una rapina destinata a restare impunita. «Ho chiamato subito i carabinieri», riprende infatti Napolitano, «sperando potessero rintracciare i due grazie al mio cellulare, ma poco ci è mancato che si mettessero a ridere. Purtroppo le forze dell’ordine hanno pochi mezzi e sempre meno fondi. Per fortuna, invece, la passione e la professionalità non mancano». Ma ci vuole anche un pizzico di fortuna. E così, mentre Napolitano racconta ai militari la dinamica del furto, una volante della polizia ferma due ragazzi in scooter per un controllo. Il motorino è registrato regolarmente, ma i due hanno addosso la refurtiva. Napolitano al commissariato di Ponte Milvio riconosce i suoi aggressori e riprende possesso del bottino. «Devo ringraziare carabinieri e polizia per le loro capacità e anche per la gentilezza e il senso di umanità. Era bello vedere l’orgoglio di questi ragazzi per aver finalmente acciuffato questi “pirati”, che da mesi e mesi compivano rapine in zona. Purtroppo bisogna anche dire che uno dei due era uscito dal carcere grazie all’indulto, e non ha tardato a rimettersi al lavoro». Ma il sollievo è anche un altro.

«I miei figli hanno visto che se rubi vieni punito, e gli resterà il messaggio che viviamo in una società sicura. Cosa che, purtroppo, non è vera: speriamo che gli investimenti nella sicurezza non vengano ridotti ancora».

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