Rapinatori iellati, nel caveau trovano acqua

Nella banca non c’era contante e anche la cassaforte era bloccata

Come rapinatori si sono rivelati delle vere schiappe. Peraltro perseguitati da una sfortuna che neanche ad averla voluta immaginare si sarebbe manifestata così prepotentemente. Quindi ragazzi, un consiglio è d’obbligo: meglio cambiare mestiere.
Gaetano Viavattene, 32enne di origini palermitane e Marco Mandurino, suo coetaneo ma milanese, entrambi pregiudicati, avranno tempo per rifletterci, in carcere.
Venerdì mattina la polizia li ha arrestati nell’agenzia della banca Regionale Europea di via Lomellina. E non sarebbe potuta andare altrimenti. Poco prima delle 12.30, mentre uno dei due entra, infatti, come un normale cliente, il complice, si copre la faccia per non farsi riconoscere e fare a sua volta il suo ingresso. La sua mossa sospetta, però, viene notata da una passante che chiama il 113. Nel frattempo il primo rapinatore, estrae un taglierino, fa sbloccare la bussola per far entrare il complice e, puntando l’arma verso il direttore, gli chiedi i contanti. «Praticamente non ne abbiamo» risponde quello, mostrandogli le casse vuote.

Nemmeno la cassaforte si può aprire («è temporizzata») e pure il caveau, inagibile per un recente allagamento. A quel punto Gaetano e Marco che fanno? Si rassegnano. E, all’arrivo della polizia, non oppongono resistenza all’arresto.

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