Rapinatori traditi dall’auto «pulita»

Rapinano una banca con la propria auto, arrestati poche ore dopo. Recuperato il bottino, 80mila euro sottratti dalla cassaforte della Banca del Credito Cooperativo di Roma. È andata male a quattro malviventi che venerdì mattina, armi alla mano, hanno assaltato la filiale dell’istituto di credito lungo la via Aurelia all’altezza di Santa Marinella. Domenico D. e Angelo M., assieme alle loro donne, Zaira M. e Roberta M., avevano studiato il piano nei dettagli: la macchina posizionata sulla consolare in direzione della capitale, l’atteggiamento di due normali coppie di bagnanti, i taglierini nascosti dentro i pantaloni. E poi i passamontagna neri, sfilati in tutta fretta all’uscita della banca mentre clienti e impiegati erano ancora a terra. A tradirli proprio la fretta eccessiva con cui si sono precipitati verso la Mercedes classe A grigia, una vettura «pulita», con la quale speravano di sfuggire ai posti di blocco subito istituiti nella zona. Un passante, insospettito dalla loro fretta, segna su uno scontrino le prime due lettere della targa. E lo consegna ai carabinieri di Civitavecchia che ricostruiscono le parti mancanti. Sono le 12.15 quando i due uomini lasciano le rispettive mogli ed entrano nell’agenzia della cittadina costiera. Cinque avventori e altrettanti dipendenti sono costretti a stendersi a terra mentre il direttore apre il caveau. Pochi secondi e inizia la corsa verso casa, al quartiere popolare Laurentino 38.

Mentre i militari setacciano il litorale i colleghi del nucleo operativo si appostano sotto l’abitazione di Roberta, una pregiudicata del Laurentino, proprietaria dell’auto. Nel pomeriggio il fermo. Nel bagagliaio della monovolume il denaro ancora da spartire. I quattro sono finiti a Regina Coeli con l’accusa di rapina aggravata.

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