Da quando sette giorni fa finalmente sono comparse le transenne qualcuno è andato via. «Ma gli zingari tornano sempre - dice sconsolata Emanuela Pandolfi -. Questa cascina è stata sgomberata e messa in sicurezza già molte volte. Ma negli anni non è mai cambiato nulla».
I cittadini che vivono intorno al Niguarda hanno lanciato l’allarme da tempo. In tutta la zona scippi, rapine, spaccio e atti di teppismo sono in aumento. Ma quello che preoccupa di più è la grande casa ad angolo fra via Passerini e via Graziano Imperatore. I muri sono scrostati, il tetto è crollato, il giardino è ridotto a un ammasso di rovi e rifiuti. In questo complesso ridotto all’abbandono - circondato da decine di negozi e palazzoni popolari - da diversi anni trovano rifugio zingari e clandestini. Arrivano ogni sera per cercare riparo fra i muri ammuffiti e semi distrutti. Rimangono tutta la notte e poi al mattino vanno via. Per cominciare una nuova giornata a caccia di espedienti. «Sono decine gli extracomunitari che occupano la cascina diroccata - racconta la proprietaria di una merceria in via Passerini -. Da quando ci sono loro la gente evita di uscire dopo il tramonto. Noi alle cinque del pomeriggio potremmo anche chiudere, la strada è deserta. Questa zona ormai è diventata invivibile. Non molto tempo fa abbiamo anche subito una rapina. Ci hanno puntato la pistola alla testa e si sono presi tutto l’incasso. Da quel giorno viviamo chiusi a chiave: apriamo solo ai clienti che suonano il campanello». «Gli zingari ci rubano anche la luce - continua un’anziana che preferisce rimanere anonima -. Non la sottraggono al palazzo, ma alle singole abitazioni che improvvisamente si ritrovano al buio. E poi li vediamo girare senza vestiti addosso. Non ne possiamo più». Storie di ordinario degrado. Che da via Passerini conducono in via Bauer - con il suo campo abbandonato, pieno di rifiuti e carcasse di auto - e più giù, in piazza Belloveso. Qui la chiesa è diventata il bersaglio dei malviventi. «Qualche volta entrano e rubano le offerte - spiega il titolare di un negozio di ottica -. Ma a preoccupare sono anche gli scippi. Noi facciamo le fototessere. Capita spesso che le signore ne chiedano qualcuna per rifarsi i documenti. Il motivo? Sono appena state borseggiate».
Poco distante c’è il regno degli spacciatori. È piazza Gran Paradiso. Uno spazio piccolo, con il praticello, le aiuole fiorite e un monumento al centro. Di mattina ci giocano i bambini, di sera - dopo il «coprifuoco» - arrivano i pusher. «Armati» di pitbull e rottweiler. «Dalla finestra vediamo spesso capannelli di giovani e persone che fanno su e giù - conferma Angelo, pensionato -. Noi dopo il tramonto evitiamo di uscire perché abbiamo paura. So anche che qui in zona stanno aumentando i furti di auto».
Anche più vicino all’ospedale maggiore, fra via Ciriè e viale Ca’ Granda, i residenti si dicono preoccupati. «Mancano le forze dell’ordine, ci sentiamo abbandonati - denuncia Paolo, che abita al civico 44 di viale Ca’ Granda -. Ci auguriamo che il Comune intervenga presto».
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