Rapine in villa: in Veneto un’altra notte di violenze e terrore

L’ultimo caso vicino a Venezia. Le vittime: «Scene da film western»

Rapine in villa: in Veneto un’altra notte di violenze e terrore

Marino Smiderle

da Venezia

Dante Nardini, 71 anni, arriva verso le 22, in via Bassette. In auto c’è anche un'amica, di 63 anni. Aziona il telecomando per aprire il cancello della sua villetta, situata in una zona piuttosto isolata del comune di Noventa di Piave. È in quel momento che dal buio saltano fuori due banditi armati di pistola. Comincia così una notte di terrore, una delle troppe notti di terrore in un’Italia infestata da bande senza scrupoli. I malviventi hanno il volto coperto da un passamontagna e spianano le pistole, quasi a voler far capire in anticipo che non avranno scrupoli, che fanno sul serio.
Fin da subito usano le maniere forti, picchiando il padrone di casa e immobilizzando la coppia con del nastro adesivo. Hanno le idee chiare, vogliono entrare in villa perché sanno, o dicono di sapere, che ci sono parecchi soldi e altri valori in cassaforte. Nardini non ha scelta: deve aprire la porta e fare accomodare gli sgraditissimi ospiti. Il clima è immaginabile, con la signora in preda al panico e con questi delinquenti che continuano a minacciare, a gridare, a picchiare.
Altri in medesime condizioni hanno provato a reagire, ma le conseguenze sono state drammatiche. Nardini ha la forza di stare calmo, di subire, anche perché con lui c’è la donna. E ha paura che i banditi se la prendano con lei. L’uomo viene percosso: «Dov’è la cassaforte, dove tiene nascosti i soldi? Diccelo o ti facciamo fuori e facciamo fuori anche tua moglie».
Non sono albanesi, non sono stranieri, non sono clandestini. Secondo le testimonianza che l’uomo darà più tardi al Nucleo provinciale dei carabinieri di Venezia, i delinquenti farebbero parte della malavita locale. Nardini non oppone resistenza e indica dove tiene il denaro e i preziosi. La precisione della richiesta lascia intendere che i banditi sapevano quello che volevano. Un furto in villa mirato, quindi, ma non per questo meno brutale. Anzi, per qualche minuto la coppia ha temuto il peggio, vista la violenza continua dei due malviventi. Una volta ottenuto quel che volevano, i due spingono a forza Nardini e la donna in camera da letto, chiudono la porta a chiave, strappano le maniglie di porte e finestre e fuggono dalla villa con un bottino di circa 50mila euro. Il blitz è durato un’ora. Un’ora di terrore.
Nardini e la compagna sono terrorizzati, ma dopo qualche minuto riescono a liberarsi usando un coltello da pesca e ad avvertire i carabinieri che piombano sul posto ma, ormai, non possono fare più nulla. Raccolgono la testimonianza della coppia e dirigono le indagini verso la malavita locale. «Scene da film western - ha commentato Nardini, che comunque non ha riportato lesioni particolari -, ho girato in tutto il mondo ma non ho mai vissuto un’esperienza del genere. Ho avuto paura che finisse peggio».
Vengono fatti tutti i rilievi del caso, per verificare se sono state lasciate tracce utili a una possibile identificazione. Ma pare che questa rapina sia stata opera di professionisti.

Per il Veneto è la quarta rapina in villa negli ultimi giorni. Le altre tre sono state fatte a Limena ai danni di un agricoltore, a San Giorgio delle Pertiche, vittima un gioielliere, e a Curtarolo, dove un commerciante è stato colpito con una chiave inglese

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