Politica

Il rapporto deficit/pil scende al 3% ma Prodi non può dirlo agli alleati

Fabrizio Ravoni

da Roma

Si fa sempre più difficile la posizione di Tommaso Padoa-Schioppa in vista dell’Ecofin informale in programma domani e dopodomani ad Helsinki. L’Italia sarà l’unico grande Paese europeo che si presenterà all’appuntamento con un deficit di quest’anno superiore al 3%. Per scelta politica. La Germania si presenterà con un deficit nominale 2006 al 2,8%. Un risultato raggiunto per il buon andamento delle entrate fiscali sulle imprese.
Appena insediata, la Merkel ha avviato una rigorosa manovra correttiva che sta producendo, per il momento, risultati positivi sui conti pubblici: quest’anno l’economia cresce del 2,2% e traina le entrate tributarie. I rischi arriveranno nel 2007, quando la scelta di aumentare l’Iva interna rischia di rallentare di mezzo punto la dinamica del pil. Ma, soprattutto, Berlino ha scaricato sui conti del 2006 tutte (o quasi) le maggiori entrate.
Ciò che non sta facendo il governo Prodi. Appena insediato, ha varato una manovra correttiva per l’anno in corso, che ha corretto i conti pubblici dello 0,1%. Con il Dpef ha quindi fissato il deficit del 2006 al 4%. Padoa-Schioppa ha poi annunciato che la manovra per il 2007 scenderà da 35 a 30 miliardi di euro, grazie al buon andamento delle entrate.
Ma a quanto ammontano le maggiori entrate del 2006?
I comunicati ufficiali del ministero dell’Economia dicono che il gettito fiscale crescerà quest’anno intorno a 19-20 miliardi di euro. Di questo maggior gettito di cassa, circa 3 miliardi sono entrate una tantum. Quindi l’incremento reale di cassa ammonta a 16-17 miliardi. I bilanci nazionali vengono elaborati in termini di competenza. Ma nel capitolo «entrate» la differenza fra cassa e competenza è minima: il 90% delle entrate di cassa, si traducono in entrate di competenza.
Ne consegue che il maggior gettito valido per il calcolo del deficit di quest’anno, ammonta a 14-15 miliardi. Si tratta di un punto di pil. Al ministero dell’Economia questi numeri restano nei cassetti; ed escono stime ufficiose di maggior gettito valido per il deficit 2006 per 10-12 miliardi. Si tratta pur sempre dello 0,8% del pil che potrebbe essere utilizzato per migliorare il deficit del 4% previsto per quest’anno. Che scenderebbe così al 3,2%.
Ma non è finita. Il Dpef stima per il 2006 una crescita del pil dell’1,5%. La Commissione europea lo prevede, invece, all’1,7%; per non parlare dell’Ocse che lo porta all’1,8%. Una crescita del pil dello 0,2% si traduce in un automatico miglioramento nominale del deficit dello 0,1%. Con il risultato che quest’anno il deficit italiano potrebbe arrivare intorno al 3% (3,1-3,2%).
Il problema è che il governo non vuole farlo scendere. Il perché è «politico», come ha detto Padoa-Schioppa a Cernobbio facendo arrabbiare Romano Prodi. Per queste ragioni, il deficit 2006 al 3% resterà nascosto.
In quanto, se l’Italia migliora così i conti, i meriti non sono dell’attuale governo, ma del precedente. E questo Prodi non vuole riconoscerlo. Anzi. La sua strategia è quella di tenere «coperte» tutte le maggiori entrate, per farle emergere il prossimo anno, così da attribuirne i meriti al suo governo. Padoa-Schioppa, senza dire nulla a Prodi, ha però annunciato che il prossimo anno ha 5 miliardi in più di entrate, così da ridurre la manovra. È come se avesse svelato la strategia politica di Prodi.
Per manifestarsi nel 2007, le maggiori entrate sono state incassate nel 2006. E se grazie a queste maggiori entrate, il deficit scende al 3%, quello tendenziale del 2007 non può essere troppo distante (nel Dpef la differenza fra i due era dello 0,1%). Ragionevolmente, il «vero» deficit tendenziale del prossimo anno, sarà vicino al 3,3-3,4% (c’è da finanziare le infrastrutture); ma verrà alzato nei documenti ufficiali al 3,6-3,7%, così da giustificare una manovra fra i 27 ed i 30 miliardi.

Insomma, potevamo essere prossimi o addirittura centrare l’obiettivo del 3%; per motivi politici, siamo sopra: unico fra i grandi Paesi europei.

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