Fresco di restauro, continuerà a portare il nome del grande operista marchigiano, il teatro Rossini. Ma lintitolazione si arricchisce di altre due «erre»: le iniziali, cioè, di Renato Rascel. Ed è con questo nuovo «biglietto da visita» che il teatro seicentesco a due passi dal Pantheon presenta il cartellone della stagione e promuove per domani una serata (a inviti) dedicata appunto allattore e autore Renato Ranucci, in arte Rascel.
«Un funambolico poeta della scena come lui meritava un riconoscimento», spiega Mario Smeriglio, responsabile della struttura. «Un piccolo grande uomo», così lo ricorda la vedova Giuditta Saltarini, che condurrà la cerimonia insieme con Pippo Baudo. Il figlio Cesare curerà la parte musicale, mentre Fiordaliso, Rita Forte e Toni Dallara faranno rivivere alcune tra le sue più note canzoni. «Un maestro che riusciva a rompere subito il ghiaccio con il pubblico» è il ricordo di Silvio Spaccesi (che con lartista si formò al ridotto dellEliseo), in queste settimane al Rossini con Rosaura Marchi in Niente di più facile, commedia di Alessandro Colla, diretta da Eleonora Adornato (fino al 29 gennaio).
La stagione - all'insegna di unevasione mai volgare, affrancata dal romanesco per lungo tempo di casa al Rossini - proseguirà con la commedia di Rocco Milano In attesa di giudizio (dal 7 febbraio), anteprima assoluta «in cui lincredibile diventa normalità». Lomaggio a Rascel seguita con Renato 61, con testi di Paolo Mosca, direttore artistico del teatro, giornalista e commediografo (dal 7 al 26 marzo). Il 28 marzo debutterà il fiore allocchiello del programma, Wojtyla è vivo, scritto e diretto da Mosca. «Il Papa profumava di teatro, ogni suo gesto suscitava un fremito nella folla. Si continua ad avvertire la presenza di questo pontefice, che ci ha insegnato a morire oltre che a vivere».
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