da Roma
Dio ci segue, non ci abbandona «come un padre e una madre» non smettono di seguire i propri figli. Benedetto XVI ha presieduto ieri pomeriggio in San Pietro la celebrazione dei Vespri della prima domenica dAvvento, che inaugura nel rito romano il periodo di preparazione al Natale. E ha parlato della paternità ma anche della maternità di Dio. «Dio ci chiama alla comunione con sé, che si realizzerà pienamente al ritorno di Cristo, e Lui stesso si impegna a far sì che giungiamo preparati a questo incontro finale e decisivo», ha detto Papa Ratzinger. «Il futuro è, per così dire - ha aggiunto - contenuto nel presente o, meglio, nella presenza di Dio stesso, del suo amore indefettibile, che non ci lascia soli, non ci abbandona nemmeno un istante, come un padre e una madre non smettono mai di seguire i propri figli nel loro cammino di crescita».
Anche se nelliconografia Dio è sempre raffigurato come un anziano padre, la premura con cui segue le vicende delle sue creature ha caratteristiche materne. Avevano fatto scalpore le parole con le quali, il 10 settembre 1978, allAngelus, Giovanni Paolo I parlò di Dio come madre. Loccasione era il summit di Camp David per la pace in Medio Oriente e Papa Luciani volle dire che Dio non abbandona mai il suo popolo: «Anche noi che siamo qui, abbiamo gli stessi sentimenti; noi siamo oggetto da parte di Dio di un amore intramontabile. Sappiamo: ha sempre gli occhi aperti su di noi, anche quando sembra notte. È papà; più ancora è madre. Non vuol farci male; vuol farci solo del bene, a tutti. I figlioli, se per caso sono malati, hanno un titolo di più per essere amati dalla mamma. E anche noi, se per caso siamo malati di cattiveria, fuori di strada, abbiamo un titolo di più per essere amati dal Signore».
Anche Papa Wojtyla ha parlato più volte della «maternità di Dio».
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