«Ratzinger in pericolo, rinunci alla Papamobile»

Il Papa a Nazareth potrebbe essere costretto a rinunciare alla papamobile. Lo ha scritto ieri il quotidiano israeliano Haaretz, citando fonti dello Shin Bet, il servizio segreto, secondo le quali nella città della Galilea dove Gesù visse la maggior parte della sua vita l’incolumità di Benedetto XVI sarà a rischio. Ma in Vaticano non si enfatizza la segnalazione, manifestando piena fiducia nei responsabili della sicurezza. «Non ci sono particolari preoccupazioni», ha detto al Giornale padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa vaticana. Ed è noto che, nonostante tensioni, proteste e qualche minaccia, il Papa desidera intensamente il pellegrinaggio in Terrasanta e la visita in Giordania, Israele e Territori palestinesi, è da lui compiuta per essere innanzitutto vicino ai cristiani che in quella regione vivono molte difficoltà.
Haaretz afferma che i servizi israeliani «non vogliono che il Pontefice usi la papamobile a Nazareth», perché «potrebbe non essere una protezione sufficiente contro gli attacchi di gruppi radicali islamici». Il ministro del Turismo Stas Misezhnikov ha discusso di questo al Consiglio dei ministri che si è tenuto ieri. La Santa Sede aveva fatto sapere al governo d’Israele che il Papa vuole essere più vicino possibile ai suoi fedeli e dunque che il Vaticano spera vivamente che possa essere usata la papamobile, il veicolo usato per la prima volta da Giovanni Paolo II, che permette al Pontefice di essere ben visto dalla gente anche a molta distanza. Lo Shin Bet si è opposto, ricordando che circolano volantini nelle comunità arabe del nord d’Israele con i quali si invita a organizzare dimostrazioni durante la visita. Altri pamphlet scritti da musulmani radicali incitano ad attaccare fisicamente il Papa. Un ulteriore motivo di preoccupazione per i servizi segreti deriva dal fatto che proprio il 14 maggio i palestinesi ricorderanno la «Naqba» (la «catastrofe», come viene da loro chiamata la fondazione dello Stato d’Israele, avvenuta nel 1948) e in passato in quella data si sono talvolta verificati disordini. Almeno a Nazareth, secondo i servizi israeliani, sarebbe meglio per Ratzinger evitare di passare tra la folla a passo d’uomo con la papamobile.
«Abbiamo piena fiducia in chi sta organizzando il viaggio del Santo Padre – afferma padre Lombardi – e in chi lavora per risolvere tutti i problemi, a mano a mano che si presentano». Il portavoce vaticano aggiunge che «in Vaticano non ci sono particolari preoccupazioni. Le segnalazioni di possibili minacce in occasioni dei viaggi papali non si contano: i servizi di sicurezza cercano di fare al meglio il loro lavoro, verificandole tutte. Don Pasquale Macchi, il segretario di Paolo VI, aveva rivelato che per ogni viaggio internazionale Montini era stato avvertito di possibile attentati. E ogni volta «il Papa affrontò i viaggi senza alcuna preoccupazione, confidando in Dio».

Numerose le minacce anche contro Wojtyla, vittima nel 1981 del grave attentato in piazza San Pietro: soltanto in due occasioni – i viaggi a Beirut e a Sarajevo – Giovanni Paolo II rimandò ad altra data trasferte già previste, ma soltanto perché il rischio appariva troppo alto non per la sua persona, bensì per le folle dei fedeli che l’avrebbero accolto.
Benedetto XVI partirà per Amman l’8 maggio. L’11 sarà in Israele, da dove ripartirà alla volta di Roma il 15 maggio. Sono in programma tre grandi celebrazioni all’aperto: a Gerusalemme, a Betlemme e a Nazareth.

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