Razzismi e imbarazzismi in bianco e nero

Kossi Komla Ebri, Imbarazzismi. Quotidiani imbarazzi in bianco e nero, Edizioni dell’Arco-Marna, 2002, pagg. 63, euro 6,20. È uno di quei libri che gli ambulanti di colore vendono per strada in alternativa ad accendini o altre cose. Pag. 5: «Uscivo dal supermercato con mia moglie, che è italiana. Avevamo riempito due carrelli. Dopo aver caricato il tutto nel portabagagli, mia moglie mi spinse i due carrelli da riportare. M’incamminavo quando sentii un “ssst!” accompagnato da uno schioccare di dita. Mi girai e vidi un signore sulla cinquantina farmi segno con l’indice di avvicinarmi, ed abbozzare il gesto di spingere il suo carrello verso di me. Il “sciur” aveva fatto la somma deduttiva: negro+carrelli = povero extracomunitario che sbarca il lunario». Pag. 9: «Un pomeriggio di primavera, Charles, un mio amico togolese, sposato con un’italiana, portava a passeggio i suoi due figli, quello di due anni per mano e il piccolino di qualche mese nel passeggino. Incrociarono due signore anziane. Una di loro esclamò: “Oh, por diavùl, ga tucà fa ul baby-sitter!”». Pag.

39: «Tornando da scuola, Gratus doveva comprare dei quaderni in una cartoleria. Appena lui con il suo borsone entrò nel negozio, il commerciante gli venne incontro dicendo: “No, grazie, non compriamo niente!”. “Ok!” disse Gratus “ma io, posso comprare dei quaderni?”».

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