Settima giornata del campionato di calcio: rispunta il fumogeno. Al termine della partita tra lAscoli e la Sampdoria, ha colpito, di striscio ma comunque ha colpito al volto, una tifosa della squadra ligure. Il fumogeno è stato lanciato dal settore occupato dai teppisti, detti ultras, ascolani. «Prenderemo il criminale» ha promesso DAngelo, questore di Ascoli. Non dovrebbe essere difficile: il biglietto con le generalità del possessore, il posto contrassegnato da un numero, le testimonianze dei presenti. Non basta, però. Insieme con il criminale la polizia dovrebbe individuare e prendere anche il complice, intendo colui il quale ha permesso al teppista di entrare nello stadio, con la dotazione di petardi e fumogeni.
Fatta la legge trovato linganno e gli «ingannatori». La disposizione del ministro degli Interni Pisanu contro la violenza negli stadi è entrata in vigore nel tentativo di bonificare il nostro football, in vista della candidatura italiana per organizzare i campionati europei del 2012. La legge è stata votata dalla maggioranza ma ha trovato il voto contrario di Verdi, Pdci e Prc insieme con lastensione di Ds e Margherita, ununione perfetta per non affrontare il problema, con lo slogan di repertorio: «No a qualunque limite delle libertà, no alle schedature», il solito ombrello contro le intemperie.
Non una voce, non un pensiero per i teppisti; non una controproposta immediata per allineare il nostro Paese alle misure in vigore negli stadi dEuropa, da Mendrisio a Reykjavik, laddove nessuno immagina di poter andare ad una partita di football con i mortaretti appresso e, nel caso di un controllo, nessuno ancora ritiene di vedere minata la propria libertà (basti ricordare la finale di Manchester tra Milan e Juventus, non un mortaretto, non un bengala, non una protesta contro il regime «poliziesco» di sua Maestà). Il nostro meraviglioso pubblico ha preso da tempo in ostaggio il calcio, lo ha preso imponendo la sospensione di una partita, lo ha preso esponendo striscioni razzisti e volgari, lo ha preso lanciando insulti e razzi che fanno parte della «splendida scenografia» (qualcuno la chiama coreografia pur in assenza di balletti) a volte pagata dagli stessi club per pilotare i tifosi più inquieti e inquietanti che hanno anche la libertà di entrare gratis nel finale della partita quando cè il libera tutti ai cancelli, prendendo in giro la legge!!
Si scriverà che ad Ascoli è stata sfiorata la tragedia. Ad Ascoli è stata sfiorata la signora marchigiana ma è stato centrato il problema: la legge, come altre norme e regolamenti di questo Paese, esiste ma latita la sua rigorosa applicazione.
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