Rcs: Bpi vende e chiude la partita Ricucci

L’operazione è stata conclusa a 4,51 euro per azione, con un incasso di 340 milioni

Massimo Restelli

da Milano

Banca Popolare Italiana si libera di gran parte del pacchetto (14,84%) Rcs rastrellato la scorsa estate dall’immobiliarista Stefano Ricucci in vista di una pretesa scalata al Corriere della Sera. Un’uscita forzata, decisa martedì dall’amministratore delegato Divo Gronchi per superare l’impasse Magiste e completata in un’unica giornata dal Crédit Suisse cercando di fare «inghiottire» altri 108 milioni di titoli Rcs agli investitori istituzionali. Alla fine ad andare direttamente sul mercato è stato tuttavia il 10,31% di Rcs per un importo di 340 milioni mentre per il restante 4,53% del pacchetto è intervenuta Lodi. La compravendita è avvenuta a 4,51 euro rispetto a una chiusura in Borsa di 4,35 euro.
Più difficile ricostruire la nuova geografia azionaria di Rcs esterna al patto di sindacato che raccoglie oltre il 63% del gruppo coinvolgendo i nomi più blasonati della finanza nostrana ma un ruolo di primo piano sarebbe stato giocato ieri anche da gruppi «industriali». Oltre alla svizzera Ubs sarebbe infatti scesa in campo la famiglia Benetton, la cui disponibilità nei mesi scorsi si era arenata per la freddezza del patto. Nel pomeriggio l’unico a ribadire la propria intenzione a investire nel gruppo era stato Pierluigi Toti (socio del patto di Capitalia) della Lanaro Costruzioni ponendo però la clausola di muovere in accordo con gli attuali soci stabili di via Solferino. Immobili, invece, Pirelli, Marzotto e Banca Intesa, il cui amministratore delegato Corrado Passera ha sottolineato di non aver altro «progetto tranne sostenere il business plan» deciso da Vittorio Colao.
Il trasferimento dei titoli (490 milioni il controvalore complessivo) è previsto per il 5 giugno e gli acquirenti si sarebbero impegnati a non vendere per 90 giorni, sottoscrivendo un vincolo di lock up identico a quello assunto da Bpi. L’esito dell’operazione (in gergo tecnico un accelerated book building) è stato ufficializzato in serata dopo che Piazza Affari si era mossa per molte ore senza coordinate precise. In un clima sospeso tra il timore e l’euforia, Rcs ha così subìto prima un crollo verticale (meno 4% il minimo), per poi scattare senza preavviso (più 3,8%) e chiudere la seduta con un progresso dell’1,99% in un tourbillon di arbitraggi e scambi pari a tre volte la media giornaliera.
Con il collocamento dei titoli cala definitivamente il sipario sull’assalto di Ricucci al Corriere della Sera. Nel pomeriggio di ieri l’immobiliarista è stato sottoposto al quarto interrogatorio da quando è stato rinchiuso a Regina Coeli, mentre è appesa a un filo sempre più sottile la sorte della sua Magiste.

L’escussione del pegno, infatti, ha fatto nuovamente slittare la decisione della procura della Repubblica di Roma sul possibile deposito di un’istanza di fallimento della società. La decisione è ora attesa per la prossima settimana.

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