Nuove misure strutturali per affrontare la crisi del mercato. Rcs Mediagroup lancia la sua manovra anti-recessione che di fatto sembra assumere tutti i connotati di una forte cura dimagrante.
Il cda, presieduto da Piergaetano Marchetti, ha annunciato solo le linee generali del piano, ma è certo che questo andrà a toccare la questione «costo del lavoro». Mancano dettagli precisi ma potrebbero essere 150 gli esuberi complessivi, con 90 persone in uscita solo da Corriere della Sera e Gazzetta dello Sport. E sul piatto ci sarebbe anche il taglio di alcune delle testate del gruppo.
L'obiettivo - si legge nel comunicato diffuso dallazienda ieri a mercati chiusi, in cui viene presentata anche la trimestrale - è di risparmiare oltre 200 milioni. Il piano parte immediatamente, avrà durata di due anni e coinvolgerà tutte le aziende del gruppo editoriale (esclusa Dada), sia in Italia sia allestero. I benefici, spiega Rcs, arriveranno in gran parte nel 2010. Per il 2009 invece il piano produrrà soprattutto oneri straordinari, difficili per ora da quantificare, aggiunge lazienda, ma che sicuramente contribuiranno a produrre «un risultato significativamente negativo» nellesercizio in corso.
Si tratta di un intervento che il management di Rcs ritiene indispensabile, per definire una struttura dei costi permanentemente più leggera, in risposta al decremento dei ricavi e a una congiuntura negativa definita perdurante.
Landamento dei conti peraltro conferma le preoccupazioni espresse dai vertici aziendali. Si fa più sostenuta la perdita trimestrale: oltre 40 milioni di euro nella prima frazione dellanno, rispetto al rosso di meno di 19 milioni nel corrispondente periodo del 2008. In contrazione il fatturato (da 625 a meno di 515 milioni di euro), principalmente per effetto della crisi del mercato pubblicitario: -30% per la raccolta nel primo trimestre, penalizzata soprattutto dal forte calo registrato nellarea quotidiani in Spagna. L'andamento dei ricavi di quotidiani e periodici in Italia viene invece definito in linea con i mercati di riferimento: altri numeri comunque pesanti, basta vedere i dati diffusi ieri dalla Nielsen, che parlano di una contrazione pubblicitaria del 18% a livello nazionale, nel primo trimestre.
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