da New Delhi
Il re del Nepal alla fine ha ceduto e ha deciso di reinstaurare il Parlamento disciolto nel 2002. Lannuncio della svolta è stato fatto ieri sera con un discorso alla televisione di Stato. La prima riunione del Parlamento sarà, secondo quanto comunicato dal re, venerdì prossimo alle 13.
«Convinto che la sovranità del regno è del popolo del Nepal - ha detto il re Gyanendra visibilmente nervoso - riconoscendo lo spirito del movimento del popolo così come la volontà di risolvere il violento conflitto, noi, con questo proclama, reistituiamo la camera dei rappresentanti (il Parlamento nepalese, ndr) disciolta il 22 maggio del 2002». «Richiamiamo lalleanza dei sette partiti - ha aggiunto il monarca - alla responsabilità di portare la nazione allunità nazionale e alla prosperità, assicurando la pace permanente e salvaguardando la democrazia multipartitica».
«È la vittoria del movimento del popolo», ha dichiarato Arjun Narsingh, uno dei capi del partito del Congresso nepalese del primo ministro Sher Bahadur Deuba, silurato dal re nel febbraio del 2005. «È positivo - ha aggiunto -. Ormai la responsabilità del Parlamento ristabilito e dei partiti politici è di portare i maoisti alla democrazia e alla pace». Oggi è attesa la risposta ufficiale dei sette partiti allinvito rivolto dal re e non è ancora chiaro se la grande manifestazione prevista in giornata, che dovrebbe portare in piazza circa due milioni di persone, sarà o no cancellata.
Il proclama di ieri sera, comunque, non accontenta tutti. Secondo alcuni analisti, che riportano la posizione del partito comunista nepalese, la politica del movimento dei ribelli maoisti, la decisione del re nasconderebbe la volontà di conservare il potere, mentre i partiti assieme alle elezioni chiedevano la convocazione di unassemblea costituente che riveda la Costituzione e conceda meno poteri al monarca. Altre formazioni chiedono che la Costituente cambi lassetto istituzionale del Paese da Monarchia costituzionale a Repubblica. La scorsa settimana il re aveva offerto il potere esecutivo allopposizione, ma la sua proposta era stata respinta perché il sovrano non avrebbe offerto alcuna garanzia sulla possibilità di eleggere un nuovo Parlamento e soprattutto sulla formazione di unassemblea che riscriva la Costituzione. Prima del proclama del re sono continuate anche ieri le proteste. Violando il coprifuoco, imposto dalle 11.00 alle 18.00 per cercare di contenere i manifestanti, centinaia di persone sono scese in piazza in molte zone del Paese.
L'Ambasciata americana a Katmandu ha ieri disposto che tutto il personale non essenziale e i familiari (compresi i cittadini americani presenti in Nepal) lascino il Paese per motivi di sicurezza.
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