Re Panettone profuma il Litta dolci da applausi a prezzo politico

Uno pensa al Natale che si avvicina e non può evitare di chiedersi quale panettone gusterà tra il 24 e il 25 dicembre (e a seguire perché è il regalo-rifugio di molti). È senza dubbio forte il partito del pandoro, ma il panettone ha un passato e una storia ben più antica e se tanti si iscrivono al partito del dolce veronese lo fanno anche perché il suo cugino meneghino è spesso proposto in versioni di scarsa qualità.
Di sicuro non ci sarà mediocrità domani e domenica al Teatro Litta, in corso Magento al 24 a Milano. Stanislao Porzio, dopo aver scritto un gran bel libro sul tema, «Il panettone. Storia, leggende e segreti di un protagonista del Natale» per l’editore Guido Tommasi, ha allestito Re Panettone, evento che per due giorni profumerà il Teatro Litta, dalle 11 del mattino alle otto della sera, festa ripresa nel sito http://cibidistrada.wordpress.com.
Re panettone sarà domani aperto dalla presentazione del libro di Porzio sul panettone, un autore che, nel frattempo, ha già firmato, sempre per Guido Tommasi, Cibi di Strada. Stanislao dividerà il palco con Massimiliano Orsatti, assessore al turismo e identità del comune, Maurizio Baruffi, capogruppo dei verdi in consiglio e appassionato gourmet, e il sottoscritto come per avere curato la prefazione. L’ appuntamento è per le 11.30.
Ma il bello e il buono arriva soprattutto dai ventidue pasticcieri che presenteranno i loro gioielli, facendoli assaggiare gratuitamente, dolci che solo in questa occasione saranno posti in vendita al prezzo speciale di 18 euro al chilo. Guai non approfittarne.
Alcune spigolature: Zoia, titolare della Boutique del dolce a Concorrezzo e a Cologno, presenterà il Panettone Paridiso, con glassa di mandorle intere e zucchero a granelli; all’interno burro a volontà (e non margarina), gherigli di noce e gocce di cioccolata. Iginio Massari invece, della Pasticceria Veneta di Brescia, con l’Immortale che va acquistato in laboratorio (sono tre palle di pasta lievitata, una con l’uvetta, una con l’arancia candita e la terza con gocce cioccolatose), accanto alle sue burrose certezze, porterà a Milano il bussolà, dolce di pasta lievitata tipico di Brescia (che non va confuso con i bussolai veneti). Sacchetti, del Nuovo mondo di Prato, accanto a un tipo tradizionale, proporrà il Giulebbe, una pasta lievitata naturalmente con un mix di sapori toscani. Il campano Pepe, di Sant’Egidio Monte Albino (Salerno), visto dove vive non poteva non sfornare anche un panettone farcito al limoncello.
Tutto questo a conferma della diffusa popolarità del panettone che non è certo più monopolio milanese.

Del resto, dei ventidue espositori, solo dieci arrivano dalla Lombardia: Comi è di Missaglia; Cucchi, Grossi, Quattro mastri, Martesana e Ungaro di Milano; Pina di Trescore Balneario e Sartori di Erba, più Massari e Zoia. Camplone è di Pescara, Busato di Isola della Scala (Verona), De Riso di Tramonti (Salerno), Loison di Costabissara (Vicenza), Natale di San Cesario (Lecce).

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