Il re di Tessaglia è finito in un reality show

La regista iraniana Kheradmand affronta l’«Alcesti» di Euripide

Laura Novelli

L’anno scorso è stata l’artefice di una moderna lettura de I demoni di Dostoevskij che scandagliava il tema sempre più attuale e scottante del terrorismo. Adesso la regista iraniana Shahroo Kheradmand rivolge la sua attenzione all’Alcesti di Euripide per offrirne una messinscena (che ha debuttato ieri sera alla Sala Uno) anch’essa estremamente calata nell’oggi, che declina la triste vicenda della coraggiosa moglie di Admeto (decisa a sacrificare la sua stessa vita pur di salvare quella del marito) secondo i dettami di una parabola tesa a denunciare le storture della nostra società consumistica e del vuoto di valori che ci circonda. Figura emblematica di questo odierno modello di vita, costruito sulla «plastica» e sui «reality show», è proprio il re di Tessaglia, un uomo che accetta senza troppi scrupoli di far morire la moglie al suo posto. «Il reality che viviamo nel testo - spiega la regista -, con il popolo radunato davanti alla reggia mentre aspetta il sacrificio della giovane Alcesti, è il reality dei giorni nostri, quello politico ma anche più nascosto del consumo: il potere di utilizzare e consumare tutto e tutti può anche indurre a pretendere di sacrificare a proprio vantaggio la vita altrui».

Scenografia ridotta all’osso, sensuali note di tango e suggestioni abitate da accenti erotici fanno da contorno alla vicenda, interpretata da Daina Pignatti (Alcesti), Reza Keradman (Admeto), Monica Samassa (Coro) e Ian Sutton (Ercole).
Repliche fino al 5 febbraio. Informazioni allo 06/7009329.

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