Matteo Failla
«Questa è la storia di un topo... e uora vo cunto come fu» ovvero, in dialetto siciliano, e ora vi canto come fu. In realtà la storia che prende vita sul palco del Teatro della Cooperativa (via Hermada 8) nello spettacolo Uora vo cunto Il Re Topo fa alla guerra, in prima nazionale, non riguarda un topo, quanto piuttosto luomo che questo animale rappresenta.
Già, perché qui il topo è un essere umano che, come già visto tante altre volte in letteratura, prende le sembianze di un animale e vive una storia immaginaria nella quale anche i suoi compagni sono uomini-animali, nella quale anche i luoghi (unaia) richiamano il mondo animale.
Tutti si trovano sul palco ad esplorare un dramma che appartiene però solo, e da sempre, al genere umano: la guerra. Sempre più negli ultimi tempi il Teatro affronta un tema così scottante e di attualità, perché il Teatro è da sempre punto dosservazione privilegiato della realtà che ci circonda: esso assimila velocemente, elabora e poi produce la propria visione.
E anche Il Re topo fa alla guerra è uno di questi prodotti, un ironico monologo in forma di «cuntu siciliano» che racconta una battaglia fra animali, in cui è impossibile non ritrovare molti tratti caratteristici delle bassezze che sono tipiche di noi umani. E la guerra, da questo punto di vista, offre un ampio ventaglio di esperienze negative.
Questo prodotto teatrale, così vicino allattualità, questa volta è parte di unallucinazione, una visione di un artista giovane, Domenico Pugliares, che vive di un amore smisurato per tutto ciò che è parola, gioco, improvvisazione. Ed è lui stesso, nel ruolo di autore ed attore giovane, ad essere frutto di un importante impegno teatrale del Teatro della Cooperativa che tenta di coltivare, promuovere e offrire visibilità a nuovi talenti, sotto lattenta supervisione di Renato Sarti, che in questo spettacolo è co-autore e co-regista.
Il re topo fa alla guerra è una storia «fantastica», uninvenzione, una visione, unimmaginazione dove gli animali di unaia vivono unavventura attuale ma eterna nella storia dellumanità, e saggiano con le proprie anime la tragedia della guerra. È una metafora sulla stupidità delluomo traslata nella «irrealtà» degli animali: topi, capre, pecore e maiali si trovano ad affrontare una terribile guerra contro i dinosauri.
Ma chi vince alla fine? Forse, se proprio si deve trovare un vincente, può essere identificato nella saggezza, qualità che per Pugliares e per noi uomini è spesso abbandonata a se stessa.
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