Franco Fayenz
Durante lottima settimana dei concerti di jazz italiano al Birdland di New York, suggellata da un brillante recital di pianoforte solo di Danilo Rea al Guggenheim Museum, il jazzofilo ha cercato, nei ritagli di tempo, altre occasioni di ascolto. Si è comportato secondo una prassi collaudata, consultando sul settimanale Newyorker lelenco dei famosi jazz club della Grande Mela e le loro proposte, ma è rimasto deluso. I club, oggi, si occupano di rock e di pop. Soltanto il Blue Note e il Village Guardian, oltre al Birdland, sono vivi e vitali e offrono programmi di rilievo. Al Village suonava il quintetto di Tom Harrell; al Blue Note il sestetto vocale dei Take Six - apprezzato anche nellomonimo club di Milano - teneva la scena alla grande, e lha poi ceduta al chitarrista Larry Carlton. La Carnegie Hall ospitava lSF Jazz Collective, molto in auge in questo periodo, ma naturalmente il circuito teatrale è diverso. Al cultore italiano di jazz interessano specialmente notizie del Blue Note, che ha a Milano lunico gemello europeo e tre in Giappone a Tokio, Osaka e Nagoya. Il club americano è più piccolo e meno bello di quello milanese, ma svolge unattività altrettanto tenace con concerti alle 20 e alle 22.30.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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