Reality choc: neonati affidati ai teenager

RomaDa tempo si parla di «coaching tv», quel tipo di televisione, che riempie le lacune formative del mondo civile, assumendo il ruolo del coach, l’allenatore pronto a metterti i guantoni per mandarti sul ring a menar pugni alla vita. Di recente, per esempio, un giovane padre, mentre alla sua compagna si rompevano le acque, tra il tinello e la cucina di casa, ha chiesto aiuto alla Rete, riuscendo a pilotare l’improvviso parto grazie a un video pescato su YouTube. Però adesso, mentre le scuole stanno per chiudere e le masse ragazzesche son lì lì per abbattersi sul divano di fronte alla consolle dei videogiochi, monta la panna d’una discussione accesa nel mondo dello spettacolo anglosassone, spesso giudicato superiore al nostro. Si tratta d’un format assai controverso, nato negli Usa e comprato dalla Bbc, l’autorevole rete britannica ormai rotta a tutto (alla faccia della sua antica irreprensibilità british) e dalla tedesca Rtl, che ha adattato al suo pubblico un’idea di per sé formidabile, sul piano degli ascolti. S’intitola Baby Borrowers, cioè «Noleggiatori di bambini», il reality che, in vista d’una serie da mandare in onda ai primi di giugno, vede contrapposti da una parte i fautori d’una diversa frontiera televisiva, che spingono là dove osano i reality più spregiudicati e innovativi; dall’altra le associazioni dei genitori, più conservatrici e allarmate, quanto a esperimenti tv. Ma che succede di così inquietante in questo Grande Fratello, tagliato su misura di bambini e adolescenti? A cinque coppie di giovani dai 15 ai 19 anni vengono affidati, per tre giorni, dei bambini da accudire, in un’età dai 6 mesi ai 14 anni. E mentre i veri genitori dei pargoletti assistono, da un monitor, a quanto accade nella casa-Kindergarten, pronti a spedire una bambinaia, presente sul set delle riprese, in caso di problemi, Alex e Sean, Kayligh e Carl, Raissa e Kallei, Fiskin e Ann, Ryan e Lou devono sbrogliarsela con un vero inferno.
Tra pappe e pannolini, pianti e dentini che fanno male, premi e castighi, festicciole improvvisate e notti in bianco, per i teenagers alla sbarra pediatrica è tormento educativo (perciò i tedeschi titolano il reality Erwachsene auf der Probe, cioè «Adulti messi alla prova»). Ha voglia la Bbc a parlare di «unique social experiment», ignorando, col pretesto di un «esperimento sociale unico», le proteste delle associazioni dei genitori indignate per lo sfruttamento di bambini e adolescenti, allo scopo d’intrattenere il pubblico. Di fatto, gli otto episodi della Bbc sono finiti sul digitale Bbc3, intanto che il regista della serie, Peter Hein, comincia a prendere le distanze, affermando: «In effetti non eravamo sicuri della professionalità di quanti abbiamo coinvolto». Si sono visti un bambino di dieci anni senza cibo per un giorno e coppie sconsolate mentre il loro bebè in affitto piangeva. Intanto, il Norfolk’s Local Safety Safeguarding Children Board ha dichiarato che quest’anno si rifiuta di ospitare lo show sul proprio suolo (la casa-asilo del reality era a Norfolk, finora). E sui media è partita una campagna antipatizzante, con l’invito a rivolgersi al Daily Mail, per segnalare al quotidiano «i bambini o i genitori coinvolti».
In tanto can-can come dimenticare, tuttavia, che l’Inghilterra detiene il primato europeo delle gravidanze tra adolescenti? «Questo è il modo migliore per controllare le nascite», scrive il Daily Star mettendo il dito sulla piaga.

Dal canto suo, Richard McKerrow, ideatore di Baby Borrowers (prodotto dalla Love Production, la stessa di Gay Muslims, reality sui musulmani gay) attacca così: «I genitori hanno dato tutti il loro consenso e il mio intento è quello di educare i teenagers a prendersi le proprie responsabilità come genitori, il mestiere più difficile del mondo. Per il quale nessuno ti prepara». Dargli torto è difficile.

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